COSTUME E SOCIETÀ - 10 luglio 2019, 07:00

Piste ciclabili, Zappalà: “A Biella manca ancora la cultura della bici”

Piccola analisi di Newsbiella sulle città a livello mondiale e nazionale che stanno scommettendo sul ciclabile e sulla situazione locale della città di Biella.

Piste ciclabili, Zappalà: “A Biella manca ancora la cultura della bici”

Sono tante le città, nel mondo e anche in Italia, che hanno sviluppato un’educazione propositiva per il ciclabile. Tra le più sviluppate ci sono Utrecht, in cui dopo quattro anni di lavoro è stato realizzato il parcheggio bici più grande mai creato che può accogliere al suo interno 12 mila e 500 biciclette. Inoltre, Strasburgo, considerata la città con la rete ciclabile più fitta di Francia e una delle maggiori nel mondo. Altra città strettamente legata alla mobilità attiva è Amsterdam, entro il 2025 ha deciso di eliminare 11 mila parcheggi per auto e di allargare le piste ciclabili. Al primo posto c'è però Copenaghen, città in cui attualmente il 43% della popolazione decide quotidianamente di muoversi in bicicletta piuttosto che in auto e che nel 2025 vorrebbe aumentarne la percentuale al 50%.

Nonostante le città italiane non facciano parte della classifica delle città più ciclabili del mondo, in realtà alcune pian piano stanno sostituendo la mobilità a motore con quella ciclabile. Tra queste ci sono Firenze, il cui centro storico può essere visitato solo a piedi o in bici, perché chiuso al traffico. Anche Verona, permette di spostarsi agevolmente in bici non solo all'interno, ma anche all'esterno della città raggiungendo in poche ore il lago di Garda e Vicenza. La città poi conosciuta per il suo grandissimo numero di biciclette è Ferrara, tanto che sembra che ciascun abitante ne abbia una.

E Biella? Biella non ha ancora raggiunto i livelli di queste città, nonostante abbia tentato di introdurre soluzioni che permettano di diminuire l'affluenza del traffico automobilistico a favore di quello ciclistico. Forse che il motivo sia l'ideazione di un progetto sbagliato? O che la ragione sia l'assenza della cultura della bici? Si propende maggiormente per la seconda ipotesi. Ne è una prova il fallimento del servizio di Bike Sharing che in molte città, sia italiane sia estere, riscontra grande successo.

Il problema di fondo è probabilmente il fatto che i cittadini non sono sufficientemente consapevoli dei danni che i veicoli a motore hanno sull'ambiente circostante. A tal proposito si dovrebbe cercare di sensibilizzare maggiormente gli abitanti alla questione dell'ecosostenibilità. Con cittadini più consapevoli la bici e le piste ciclabili diventerebbero, da un capriccio quale sono ora, un investimento più che necessario. Le città vengono adattate ai bisogni degli uomini, di conseguenza Biella, che è considerata inadatta alla presenza delle piste ciclabili, potrebbe diventare adatta, se le persone ritenessero l'uso delle bici un bisogno primario.

Una delle soluzioni per incentivare l’utilizzo della bici a Biella è stata propria quella di progettare delle piste ciclabili in centro paese, ma sembra che il progetto non proseguirà. Dopo l’apertura del cantiere per il completamento dei lavori in alcune aree del centro città, tutto è stato bloccato, con il passaggio di testimone da Cavicchioli a Corradino alle elezioni di maggio. “La decisione di bloccare il cantiere è arrivata dopo logiche valutazioni – spiega l’assessore di Biella, Davide Zappalà -. Innanzitutto penso che i luoghi dove sono terminanti i lavori siano poco utili, da ciclista posso dire che altre vie del centro avrebbero bisogno di un passaggio sicuro come via Torino e via Tripoli, rispetto che a ridosso dei Giardini Zumaglini e in viale Maccalè. Inoltre a Biella non c’è una forte cultura della bici per spostarsi in città, una buona amministrazione si dovrebbe chiedere come prima cosa il perché di questo”.

“La cultura della bici non è ancora attecchita a Biella – conclude Zappalà – non perché siamo dei cittadini pigri, basta pensare a tutto quello che abbiamo realizzato con energia e instancabilmente in altri campi, ma per le caratteristiche proprie della città. Biella è in leggera salita e questo disincentiva l’utilizzo della bicicletta a meno che non si tratti di allenamento personale o per prestazioni sportive. Tutto il progetto dell’amministrazione Cavicchioli si basava su un ragionamento inverso a quelle delle città che hanno fatto del ciclabile un servizio efficiente: la realizzazione delle piste ciclabili risulta utile quando la domanda è alta, ma non si può pensare di creare un servizio senza avere i consumatori dello stesso. Quando Biella verrà invasa da ciclisti o bici a pedalata assistita (e-bike) io e il sindaco Corradino non potremo che esserne soddisfatti e allora sì, studieremo un percorso adatto a loro e che non li sottoponga a pericolosi incidenti nelle nostre strade".

Redazione

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