Il Natale di Sebastiano, Piemontese e consulente internazionale del Buon Vino Italiano nel mondo (Italian and English text)
10 Dicembre 2017
Milano, 10 dicembre 2017
COME FESTEGGIA IL NATALE UN CONSULENTE INTERNAZIONALE DI VINI… IN GIRO PER IL MONDO
NATALE IN GIRO PER L’ASIA
Natale un momento in più per stare in famiglia con i propri cari e, dove vivo io, in Piemonte immersi in una tela bianca circondata da vette innevate e fiocconi che calano leggeri sul balcone di casa e nei giardini spogli dall’autunno appena trascorso, ma per me spesso ormai da molti anni non è sempre così.
Il mio continuo andare per il mondo, prima per passione e scoperta e oggi come portavoce del vino e dei territori del vino italiano, mi vedono spesso in questo speciale periodo attraversare il continente asiatico, visto che per lavoro, avendo lo spirito della rondine (che non vada confuso con l’uccel di bosco), mi occupo del continente asiatico da fine autunno all’ inverno, Nord America primavera e Europa estate. Spesso quando non riesco a prendere un aereo al volo, divertente gioco di parole che per un attimo mi ha visto tra le nuvole mentre prendo per la coda un aeroplano, mi ritrovo a passare la sera di Natale in qualche posticino asiatico.
Tra i tanti Natali trascorsi, quelli tra i più belli, in questo grande continente, lontano da casa -per me la casa è dove c’è la mia famiglia- sono stati gli ultimi due, trascorsi in Cambogia a Shianoukville E’ una bella cittadina turistica cresciuta seguendo la frenesia asiatica degli ultimi 10 anni, lungo un fantastico litorale fatto di spiagge bianche e mare turchese, dove la mia sorellina Francesca insieme al suo compagno giapponese, Taka, anni fa hanno creato la prima boutique Guest House del paese e segnalata da molte guide turistiche. La “ChoChi Garden Guest House”, quindi è un Natale in parte in famiglia, anche se lontano dalle radici.
Un Natale anche se non fa parte della religione del luogo, essendo un paese Buddista, sempre più sentito dagli asiatici, forse per questo messaggio che da ormai millenni cerca di donare pace e unione, pensiero di ogni religione e persona di buon senso.
Il bello di un Natale così lontano da casa, in un luogo dove si festeggia non sotto la neve ma in bermuda e dorso-nudo, è vedere unita almeno per una volta la comunità italiana, che lontana si stringe più volentieri agli altri compatrioti. Sarebbe bello che ogni giorno fosse Natale, in modo da poter vedere ogni giorno gli Italiani uniti l’uno con l’altro a scambiarsi sorrisi.
Ovunque io sia lo scattar della mezzanotte mi porta immediatamente tra le braccia della mia mamma e del mio papà, come se per un istante tornassi ad essere quel bambino scalzo, in pigiama coccolato davanti al camino di casa mentre sotto all’albero illuminato si sgranano arachidi, spacchettano fichi secchi e i più bei doni che abbia mai ricevuto, piccoli oggetti che spesso hanno preso vita dalla fantasia della mia mamma.
L’andare per il mondo non sempre regala, anche se per lo più, momenti di gioia, ma a volte anche momenti difficili ed estremi nella sopravvivenza, soprattutto per quello che riguarda i miei trascorsi di viaggiatore spesso preso nel portar a termine piccole spedizioni da me create, anche se ho sempre cercato un luogo adatto per il Natale, dove potermi sentire più vicino alla mia cultura di cristiano.
Ricordo però un Natale di molti, molti anni fa trascorso in totale solitudine, lontano da ogni famigliare o amico, sdraiato su un letto in una piccola stanza di pochi metri quadrati con la febbre a 40°, 42° per giorni che non voleva andarsene, e vi assicuro che quando lontano da casa non si sta bene, ogni male sembra moltiplicato. Mi trovavo a Goa, in India, e pochi giorni prima della ricorrenza della nascita del Cristo, durante una scampagnata tra la foresta circostante alla ricerca di un particolar “Sadu”, santone indiano, sono stato morso non intenzionalmente da un cane.
Lì per li non ci ho dato molta importanza, visto che la ferita non era così grave, e tornato alla mia stanza, in un piccolo villaggio non lontano, mentre mi disinfettavo, prima una signora del luogo e poi l’intera famiglia si è radunata intorno a me in aiuto, chiedendomi subito cosa mi era successo. Mostrando il dito e il morso, ho spiegato l’accaduto, la donna con le mani aperte e racchiuse sul suo viso in una espressione preoccupata, prendendomi per mano mi dice che avrei dovuto andare subito da un medico, in quanto in quella zona c’erano molti cani con la rabbia. Malattia con la quale non si scherza, visto che dal morso di un cane rabbioso, si ha tempo 70 ore per farsi vaccinare prima di morte certa. E cosi feci, tre potenti punture che mi hanno letteralmente abbassato il sistema immunitario e come contro indicazioni “febbrone da cavallo” per alcuni giorni, i giorni di tra Natale e Capodanno.
Anche quest’anno probabilmente, mi troverò a trascorrere il Natale migliaia di chilometri da casa, visto che proprio in questi giorni mi sto preparando per un nuovo viaggio in Cina come portavoce del vino Italiano, accompagnato dalla mia compagna Franca eccellente cuoca che mi completa non solo nella vita ma anche nel lavoro portando la cultura delle eccellenze gastronomiche italiane durante i miei symposium sui vini doc e docg del nostro bel paese.
Sebastiano Ramello
Inviato speciale
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