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Inaugurazione Terra Madre Salone del Gusto 2018: gente, colori e sapori dal mondo

Inaugurazione Terra Madre Salone del Gusto 2018: gente, colori e sapori dal mondo

By Redazione

 

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Terra Madre Salone del Gusto: gente, colori e sapori dal mondo

Testo Maurizio Ceccaioni
Foto: Archivio Slow Food

Ebbene sì, non ci resta da dire – come cantava Sergio Endrigo – che «La festa appena cominciata è già finita». Ritornati a casa dopo la chiusura dei battenti della XII edizione di Terra Madre Salone del Gusto, che si è tenuto a Torino-Lingotto Fiere dal 20 al 24 settembre, non resta che riprendere in mano gli appunti e rivedere le foto per fare una riflessione.

 

Inaugurazione Terra Madre Salone del Gusto 2018

Organizzato da Slow Food, Comune di Torino e Regione Piemonte, questo evento biennale è stato – come sempre – un momento importante per questa città che fu la romana ‘Augusta Taurinorum’.

Ma, che sia a Torino, Verona o Parma, anche se cambiano le location, il format di questo tipo di  manifestazioni è quasi sempre lo stesso, con vari stand enogastronomici, presenze significative di note realtà produttive settoriali, tanti prodotti eccellenti, buoni incontri, socialità, scambi culturali.

Ma qui c’è qualcosa di più, perché alla base di tutto c’è un concetto che, specie in questo Terzo millennio, potrebbe tendere sempre più all’evanescenza: il rispetto per l’ambiente in cui viviamo, favorendo la biodiversità e un’agricoltura equa e sostenibile, per lasciare alle future generazioni un pianeta vivo.

Al taglio del nastro, in una ‘Sala Gialla’ gremita di giornalisti provenienti da tutto il mondo, erano presenti con la sindaca di Torino Chiara Appendino, il fondatore di Slow Food Carlin Petrini, il presidente della Regione Piemonte Sergio Chiamparino, il ministro delle Politiche agricole, Gian Marco Centinaio, l’assessore all’Agricoltura della Regione Piemonte, Giorgio Ferrero e il commissario Ue alla Salute e Sicurezza alimentare, Vytenis Andriukauits.

 

Il ministro Gian Marco Centinaio con focaccia e mortadella

Tra le tante le persone di diversi paesi incontrate, spiccavano – come sempre – i rappresentanti africani e orientali, coi loro caratteristici abbigliamenti colorati. Sono stati 7mila i delegati della rete di Terra Madre arrivati da 143 Paesi. Gente che guarda alle future generazioni, prendendosi cura della terra, del mare e delle risorse naturali in cui vivono, contrapponendo allo sfruttamento intensivo del suolo, un modello di «Agricoltura gentile, delicata, rispettosa. Fatta con il cuore, con l’anima e fondata su competenze complesse», come amano ripetere quelli di Slow Food, la cosiddetta agroecologica.

 

Delegati esteri a Terra Madre Salone del Gusto 2018

Tanti gli esempi.
Come quello della cilena Isabel Angelica Inayao Sepulveda, una delle 18 mujeres rurales della rete locale di Slow Food. Lavorano nella ‘Agrupación por la biodiversidad de Paillaco’, il loro piccolo paese nel Sud del Cile. Qui, oltre a raccoglitrici erbe e frutti selvatici con cui fanno marmellate come la murta (piccole bacche rosse prodotte da un arbusto locale), producono ortaggi in forma tradizionale, senza l’uso della chimica, che poi vendono settimanalmente in un mercato locale.

Akeisha Clarke è una giovane indigena della Piccola Martinica, vicino all’isola madre di Grenada. Si guadagna da vivere con la piccola pesca artigianale e la sua comunità è una new entry nel progetto Slow Food Caribe, mirante a combattere la povertà e garantire la sicurezza alimentare di queste popolazioni.

 

Foto cover: Carlo Petrini inaugura Terra Madre (ph. Paolo Properzi-Slow Food)

 

Maurizio Ceccaioni
Newsfood.com

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