Come hanno preso i fans di Casapound l'intervista di Lucia Annunziata a Simone Di Stefano

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2017-11-12

“La tana della zecca rossa”… “insinuazioni di bassa lega”… “quella m….”: stranamente l’intervista di Annunziata e dei giornalisti de L’Espresso a Simone Di Stefano non è piaciuta a tanti. Qualche elemento per capire perché

article-post

«Guardi, io con voi non parlo di politica perché voi siete abilissimi nel non dire quello che pensate»: Lucia Annunziata oggi a In 1/2 h in più, coadiuvata da Gianluca Vergine e Giovanni Tizian de l’Espresso ha dimostrato che c’è un altro modo per intervistare Simone Di Stefano di Casapound oltre a quello di chiedergli se ha un sogno nel cassetto e se a casa stanno tutti bene. Questo è un piccolo estratto del finale di trasmissione:

La Annunziata ha parlato del “fascismo storico” di Casapound, dicendo che è “una narrativa messa in piedi per i gonzi”, raccontando degli arresti dei militanti e dicendo che questa è “un’operazione pubblica che è diversa da quella privata”. Poi ha raccontato della canzone “Nel dubbio mena” cantata dal presidente di Casapound Gianluca Iannone e dei saluti fascisti: Di Stefano ha detto che il saluto romano è di commemorazione e ha ricordato che è curioso che ci si dica fascisti nell’animo condannando il fascismo dopo il 1938. Gianluca Tizian ha ricordato “il buon numero di impresentabili di Casapound” e delle intercettazioni di un militante di Casapound con un boss della ‘ndrangheta. Di Stefano ha risposto che la voce non è quella del militante di Casapound e ha parlato di un processo in corso, dicendo che bisogna parlare delle condanne e non dei processi (!).

Poi Vergine ha ricordato la condanna di Luca Marsella per minacce e i suoi rapporti con Roberto Spada: Di Stefano ha sostenuto che Spada e Marsella “si sono conosciuti in piazza a Ostia, durante una festa organizzata da CasaPound per i bambini. Ma la palestra di Roberto Spada è accreditata alla Regione Lazio e al Comune di Roma, e se può andare bene per Regione e Comune può andare bene anche per una festa in piazza”, ha aggiunto: “Altrimenti dovreste chiamare in questo studio anche il signor Zingaretti”.  In realtà la palestra di Spada non è stata “accreditata” da Comune e Regione per il 25 aprile ad Ostia, visto che l’articolo che Casapound cita per sostenere questo spiega chiaramente che si parla di un evento organizzato dal “Comitato Insieme per lo Sport“ – che si è svolto sì il 25 aprile ma che nulla c’entrava con la Festa della Liberazione – ha ottenuto il patrocinio della Regione Lazio e del Coni Lazio grazie ai rispettivi presidenti Nicola Zingaretti e Riccardo Viola, e della commissione straordinaria del X Municipio e al quale hanno partecipato 31 società tra cui la Femus Art School. Il che è leggermente diverso dal partecipare a grigliate a casa di Spada.

Poi è stato il turno dei finanziamenti di Casapound e dell’inchiesta dell’Espresso che ne ha parlato la settimana scorsa. Ovvero le otto società create da esponenti di Casapound con esponenti di partiti di altri paesi: Gianluca Vergine ha chiesto se è normale che un partito sovranista abbia rapporti di questo tipo e Di Stefano ha risposto che non si finanzia Casapound con la carbonara. Qui è intervenuta Lucia Annunziata: “Mi piace come risponde lei, ha un modo fantastico: prende un dettaglio e fa di questo dettaglio il tutto”.

Infine, quando Di Stefano si è lamentato che non si era parlato di politica, la Annunziata gli ha risposto che con loro non parla di politica perché “siete abilissimi nel dire quello che non pensate”. E infatti i fans, i sostenitori e i simpatizzanti di Casapound non hanno preso benissimo l’intervista, come testimoniato da alcuni dei tantissimi tweet che se la prendevano con la giornalista.

Leggi sull’argomento: Lo striscione per Mentana, Formigli e Parenzo su Casapound

 

Potrebbe interessarti anche