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L'appunto di Falcone: come ha fatto i soldi Berlusconi

L'appunto di Falcone

Un testimone oculare ha parlato dell'appunto di Falcone dimenticato nel suo ufficio e che tira in ballo la figura di Silvio Berlusconi.

Un testimone oculare ha parlato dell’appunto di Falcone dimenticato nel suo ufficio e che tira in ballo la figura di Silvio Berlusconi. Si chiama Maurizio Ortolan, è un ispettore di polizia in pensione ed è stato prima l’agente di scorta di Francesco Marino Mannoia e poi nel 2006 un componente della squadra che ha arrestato il boss mafioso Bernardo Provenzano. L’uomo era presente il giorno in cui il giudice palermitano aveva scritto quel bigliettino su Berlusconi che è stato ritrovato qualche giorno fa.

L’appunto di Falcone

Si chiama Maurizio Ortolan il testimone oculare che era presente il giorno in cui Giovanni Falcone aveva scritto quell’appunto ritrovato negli ultimi giorni nel suo ufficio. Un appunto che tira in ballo la figura di Silvio Berlusconi. Nel biglietto c’era scritto: “Cinà in buoni rapporti con Berlusconi. Berlusconi dà 20 milioni a Grado e anche a Vittorio Mangano”. Ortolan era un ispettore di polizia ora in pensione, che è stato anche l’agente di scorta di Francesco Marino Mannoia e nel 20o6 uno dei componenti della squadra che arrestò il boss mafioso Bernardo Provenzano.

A ritrovare quel biglietto è stato uno dei più stretti collaboratori di Falcone. Ovvero Giovanni Paparcuri, che dopo essere andato in pensione accoglie i visitatori nel bunker del pool antimafia. Ma adesso, secondo quanto riferito da La Repubblica, è stato trovato un testimone oculare di quell’appunto. Maurizio Ortolan, per l’appunto.

Le parole del testimone

Secondo quanto dichiarato dal testimone, fu il pentito Francesco Maria Mannoia a parlare di Berlusconi a Falcone. Era la fine del 1989. Ortolan ha racontato che si ricorda che quel giorno Mannoia ha fatto riferimento a dei soldi pagati da Berlusconi per proteggere i ripetitori tv in Sicilia. Il pentito ha confessato questa cosa e il magistrato se la appuntò su un foglio di carta. Ed è proprio in quel momento che Falcone ha scritto la frase del bigliettino ritrovato qualche giorno fa nel suo ufficio, che nel corso degli ultimi anni è diventato una sorta di museo.

Cinà, Grado e Mangano sono gli stessi nomi che riemergeranno nell’inchiesta che vede coinvolto Marcello Dell’Utri, che attualmente si trova in carcere con l’accusa di aver mediato sul patto di protezione tra Berlusconi e Cosa Nostra nel periodo tra il 1974 e il 1991. Il testimone ha aggiunto che quando Mannoia ha fatto il nome di Berlusconi, Falcone ha poi chiesto al pentito se ci fosse la possibilità di provare quello che stava dicendo in quel momento. Immediata fu la risposta di Mannoia, che disse che Cosa Nostra non è come una assemblea di condominio, che per ogni cosa si fa un verbale. Falcone si appuntò anche questa frase, ma non la verbalizzò.

Appunto non verbalizzato

Il testimone ha spiegato infatti che Falcone era solito appuntarsi qualcosa prima di dettare quello che doveva scrivere. Voleva essere sicuro che ogni dichiarazione del pentito potesse essere provata tramite i giusti riscontri. Falcone, secondo Ortolan, era ossessionato dai riscontri. Proprio per questo motivo il magistrato ha poi successivamente deciso di non verbalizzare quanto detto dal pentito.

Successivamente, però, Mannoia non ha più toccato l’argomento Berlusconi. Nemmeno quando fu interrogato in occasione del processo nei confronti di Marcello Dell’Utri. Ortolan, infine, si è dichiarato stupito quando ha saputo dell’appunto ritrovato, in quanto non credeva che potesse essere ancora in giro. Anche perchè solitamente Falcone strappava gli appunti che prendeva. Invece il biglietto su Berlusconi è rimasto nel suo ufficio di Palermo. La storia incuriosì molto lo stesso Ortolan, che in quei giorni faceva da scorta a Mannoia. tanto che un giorno l’ex investigatore chiese al pentito ulteriori informazioni del rapporto tra Berlusconi e la mafia. Mannoia si limitò a dire di andare a vedere come Berlusconi ha fatto i primi soldi. Ma non aggiunse altro.