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Un adolescente su tre a 17 anni ha avuto rapporti sessuali

rapporti sessuali

Nell'80% dei casi i giovani si informano online. Per il ministro Grillo serve "più educazione a scuola"

Fino agli anni dell’università sono molti i ragazzi che nel loro futuro pensano ci sarà posto per i figli. Poi il desiderio si affievolisce e la percentuale di uomini e donne ancora proiettati verso un modello di famiglia più ampio scende al 44%, principalmente per problemi di coppia o economici, soprattutto in un paese come l’Italia, dove le prospettive future appaiono instabili e poco soddisfacenti.

A preoccupare, stando a quanto emerso dall’indagine riportata dal Corriere della Sera, è la dilagante disinformazione in materia di sesso e sessualità. Tante le fake news a cui si affidano i più giovani. Lo studio nazionale “Fertilità”, presentato al ministero della Salute, è un lavoro dettagliato che costringe a riflettere sui problemi sociologici, culturali e del futuro demografico del nostro Paese. Il dossier invita a intervenire con operazione coordinate. E’ il frutto delle ricerche di Istituto Superiore di Sanità, università Sapienza e Bologna, ospedale Evangelico di Genova.

Sesso, la cattiva informazione

La fertilità del maschio viene considerata eterna (credenza scientificamente infondata), quella della donna si crede perduri oltre i 50 (mentre a 35 avviene il calo drastico delle potenzialità riproduttive). Inoltre, c’è la convinzione che con la procreazione medicalmente assistita si possano superare gli ostacoli biologici. Per il 95% le fonti di informazione sono il web e i siti porno, rischiando di crescere con una percezione errata del sesso. Solo un ragazzo su 4 non hanno conosciuto l’andrologo. “Significa che neppure i genitori si rendono conto di quanto sia importante”, commenta l’endocrinologo Andrea Lenzi.

Intervistati online circa 16mila ragazzi di 16-17 anni. Tre su 4 hanno cercato notizie sul web, quasi 9 su 10 sanno che l’infertilità riguarda ambedue i sessi, ma pensano che quella femminile cominci dopo i 50. Gli adolescenti sono consapevoli che alcol e fumo sono un rischio per la salute riproduttiva, mentre sottovalutano la pericolosità di diete, magrezza e obesità. Meno della metà affrontato con i genitori temi come le malattie sessualmente trasmissibili e i metodi contraccettivi.

Dall’indagine, su 14mila universitari si scopre che l’età più consueta del primo rapporto è a 16-17 anni (il 6-7% dichiarano 14). L’età giusta per diventare genitori viene percepita tra 26 e 30, ma sono scarse le conoscenze sulla salute riproduttiva.

Gli adulti, invece, pensano che la fertilità femminile cominci a ridursi a 40-44 anni e che l’uomo la possa conservare almeno fino ai 60. Meno della metà degli intervistati rispondono di non volere figli, il 4% è incerto, il 7% non ci ha pensato e anche chi ha già procreato afferma che non farà altri bambini. Prevalgono i motivi economici, la paura di perdere il lavoro e problemi di coppia.

L’intervento di Giulia Grillo

Da parte dei medici, vi è un “generalizzato ed eccessivo ottimismo sulle possibilità di ricorrere alle tecniche di fecondazione artificiale e di risolvere sempre i casi di infertilità. Persiste inoltre la tendenza a consigliare queste cure a pazienti in cui sono inutili generando aspettative che procureranno frustrazione”.

Tra le azioni da intraprendere il ministro della Salute Giulia Grillo pensa all’insegnamento di queste materie a scuola: “Ci sono molte informazioni che andrebbero date ai giovani, non possiamo abbandonarli al web. Voglio lavorare sulla creazione di un database certificato”, ha dichiarato.

I giovani e il sesso

Stando a quanto emerso dall’ultima indagine Eurispes sui “Giovani e il sesso”, gli italiani tra i 18 e i 30 anni mostrano una certa predisposizione per il sesso e la sessualità. L’indagine campionaria ha coinvolto mille giovani ed è stata realizzata dall’Eurispes tramite la somministrazione on line di un questionario semi strutturato.

Il 44% dei giovani sposati tradisce, quasi otto su dieci praticano l’autoerotismo ritenendolo “parte della normale vita sessuale”. A trasgredire di più sono gli abitanti del Nord Est che sono anche quelli che si dedicano di più al sexting (il 17,5% lo pratica “spesso”). Rientrano in questa categoria coloro che hanno inviato e condiviso materiale sessualmente esplicito in forma verbale, fotografica o video.

Preoccupanti, invece, i dati sull’uso dei contraccettivi. Come ricorda Il Fatto Quotidiano, circa un ragazzo su dieci non usa “mai” i contraccettivi (10,4%), il 13,4% “raramente”, il 12,4% “qualche volta”, il 23,9% “spesso”. Solo il 39,9% quando ha rapporti sessuali, usa sempre i contraccettivi, a fronte di un complessivo 60,1% meno prudente. Un quarto degli omosessuali, invece non li utilizza “mai” (26,5%) e solo il 22,4% lo fa “sempre”.

Anche il culto del porno non è passato di moda.

Gli italiani

Gli italiani non sono per nulla moralisti e se si parla di sesso a pagamento sei ragazzi su dieci ritengono accettabile che un uomo paghi per una prestazione sessuale.

Per la maggior parte delle donne (52%), il fatto che un uomo paghi per avere rapporti sessuali è del tutto “inaccettabile”, contro il 24,7% degli uomini, ovvero meno della metà. E sono più del triplo rispetto alle femmine, i maschi che reputano il pagamento in cambio di sesso “molto” accettabile”.