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Juve, parla padre di Kean: "Il razzismo provoca rabbia, guardate Balo"

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Ai microfoni è voluto intervenire il papà di Moise Kean: "Il razzismo inizia quando arrivi in Nazionale, è successo anche a Balotelli".

Dopo la partita di Cagliari-Juve, divenuta famosa più per i cori razzisti che per la cronaca sportiva, Moise Kean è sempre più al centro dell’attenzione di tifosi, calciatori e media. Questa volta, però, ad intervenire è proprio il papà del giovanissimo attaccante italiano: Biorou Jean Kean, il quale sostiene che insulti e cori razzisti scatenano rabbia e rancore nei giocatori, e proprio queste condizioni mentali possono portare alla rovina della propria carriera come è capitato a Mario Balotelli.

Ai microfoni di Radio Capital, l’uomo si è così pronunciato: “A volte nel calcio c’è razzismo. Con Balotelli hanno fatto la stessa cosa e oggi lui è animato da uno spirito di rabbia ovunque vada. Questo non è un buon segno, così si può influenzare negativamente la carriera di un calciatore. Questo atteggiamento razzista nasce quando un giocatore di colore va in nazionale. Prima non lo facevano, ma vederlo con quella maglia è stata una gioia. Era il suo sogno. Ora in famiglia aspettiamo il Pallone d’Oro“.

La vicenda Bonucci

Kean senior ha voluto anche esporsi sulla vicenda Bonucci, che tanto sta facendo parlare in questi giorni. Infatti, il difensore bianconero, al termine della partita, ha sostenuto la tesi secondo la quale a sbagliare per primo sia stato proprio Moise Kean nell’esultare in modo provocatorio. Numerosissime sono state le critiche nei confronti del difensore della Nazionale: Thuram, Sterling e Balotelli sono solo alcuni dei calciatori che hanno condannato la parole di Leonardo Bonucci.

“Ha sbagliato, ha detto una stupidaggine. Quello che è successo non mi è piaciuto per niente. A Moise ho detto di stare tranquillo, anche questo fa parte del percorso di un campione”, queste le parole nei confronti del compagno di squadra del figlio. Invece, c’è comprensione per i tifosi della Sardegna Arena: “Secondo me lo stadio del Cagliari non va chiuso. Dico di perdonarli“.