Con il segretario nazionale Maurizio Martina pronto a farsi da parte per accelerare il congresso, quella di oggi a Roma è la giornata decisiva per il futuro del Pd. In piazza del Popolo, il luogo simbolo per quello che furono il Centrosinistra e L’Ulivo e, dal 2007 in poi lo è per il Partito Democratico, ci saranno Matteo Renzi accanto al lanciatissimo Nicola Zingaretti, e poi Dario Franceschini, il possibile candidato alternativo Graziano Delrio, Carlo Calenda e l’ex premier Paolo Gentiloni Silveri. «Andiamo a Roma per difendere l’Italia,. perché con queste scelte Lega e Cinque Stelle vogliono rovinare il nostro futuro», ha spiegato in una intervista radiofonica Martina.

Ma soprattutto ci saranno gli amministratori locali, le rappresentanze dei territori, da sempre la vera ricchezza del campo riformista.

«A Roma in piazza del Popolo per assumere una posizione netta di chiusura nei confronti di un Governo inadeguato e dannoso per il Paese, che fa del populismo il suo strumento per accrescere il proprio potere a spese dei cittadini», commenta il senatore Enzo De Luca, in vista dell’appuntamento.

«Nella assunzione di una importante responsabilità di fronte all’opinione pubblica, alle famiglie e alle imprese italiane, come Pd stiamo riscoprendo in queste ore una unità preziosa, indispensabile per invertire la rotta dei mesi scorsi e ripartire nell’interesse esclusivo delle nostre comunità», aggiunge De Luca, alla vigilia di una fase congressuale che potrebbe essere accelerata dagli sviluppi romani.

Il riferimento del senatore De Luca è anche alle vicende avellinesi. «In primavera abbiamo gran parte dei nostri Comuni al voto e, in una prospettiva di poco più lunga, circa due anni, dovremo fronteggiare le regionali», spiega, ammonendo però che è ormai prossima un’altra delicata partita. «Di qui a pochi giorni abbiamo la scadenza decisiva delle provinciali, dove siamo chiamati a dimostrare di aver compreso la lezione di giugno, assumendo con compattezza la responsabilità di una proposta unitaria e credibile: dobbiamo indicare soluzioni tempestive e concrete ai cittadini loro problemi».

La prospettiva indicata dal dirigente regionale del partito è chiara. «Come Democratici abbiamo il dovere di sostenere un candidato, una lista e le probabili alleanze, puntando a vincere ora per poi proseguire con autorevolezza nel cammino verso le successive scadenze fino alle regionali del 2020».

E qui il pensiero non può non andare alla assoluzione del Governatore della Campania, prosciolto insieme a tutti gli altri imputati dalla vicenda del Crescent. «Nell’esprimere soddisfazione per la dimostrata estraneità del Presidente Vincenzo De Luca ai fatti contestati, ritengo prezioso il ruolo che potrà svolgere il Governatore, contribuendo a costruire insieme al partito una prospettiva di rilancio per il nostro campo politico nei due anni che ci separano dal voto».

Di qui l’orizzonte si delinea. «Con il percorso congressuale ormai avviato, dobbiamo cogliere l’opportunità della Conferenza Programmatica nella nostra provincia, per unire gli sforzi in continuità con l’azione positiva messa in campo dal Pd, aprendo il dialogo alle forze sociali, politiche, culturali che vorranno partecipare».

Insomma, la manifestazione di piazza del Popolo a Roma, per in giorno idealmente la piazza di ogni città italiana, nella posizione espressa da De Luca può rappresentare un nuovo inizio per le sorti del Partito Democratico e per la comunità nazionale e locale, nell’interesse della quale va prodotto ogni sforzo unitario, spiega.

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