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Ddl vaccini M5S-Lega, parole chiave: obbligo flessibile

di Redazione

Via le dieci vaccinazioni obbligatorie, al loro posto l’obbligo flessibile, piani di vaccinazione straordinari ed esclusioni da scuola, mentre ogni 5 anni un Piano nazionale determinerà gli obiettivi da raggiungere. Le novità introdotte dal ddl vaccini presentato dalla maggioranza giallo-verde M5S-Lega.

Vaccini, il testo del ddl M5S-Lega introduce l'obbligo flessibile

Le novità introdotte dal Ddl vaccini M5S-Lega

Il DDL vaccini presentato dalla maggioranza giallo-verde M5S-Lega modifica in buona parte l’impianto dell’obbligatorietà vaccinale previsto dalla legge Lorenzin.

La parola d’ordine è quella del Ministro Giulia Grillo, ‘obbligo flessibile’, anche se non vengono esclusi piani straordinari d’intervento che prevedono “ove necessario”, una o più vaccinazioni obbligatorie per determinate “coorti di nascita” o per gli esercenti le professioni sanitarie (e chi non si adegua rischia fino a 500 euro di multa).

La flessibilità si concretizza nella possibilità di “subordinare in modo temporaneo”, su base nazionale, regionale o locale, in relazione ai dati contenuti nell’Anagrafe vaccinale nazionale, la frequentazione delle scuole. In casi eccezionali, però, l’obbligo resta, e comporta la potenziale esclusione dei bambini e dei ragazzi non in regola.

Il provvedimento, primi firmatari i senatori Stefano Patuanelli (M5S) e Massimiliano Romeo (Lega), cancella la lista delle dieci vaccinazioni obbligatorie per l’accesso a scuola. Ma in casi eccezionali ammette la coercizione e l’esclusione da scuola.

Il disegno di legge - come riporta Sanità Informazione - punta dichiaratamente a rimodulare le disposizioni in materia di prevenzione vaccinale. Ma soprattutto a promuovere la salute pubblica anche per proteggere chi ai vaccini non può sottoporsi. Un nuovo Piano vaccinale nazionale ogni cinque anni individuerà e aggiornerà gli standard di qualità delle attività vaccinali e gli obiettivi da raggiungere sul territorio nazionale.

Non adeguarsi al Piano significherà per le Regioni perdere l’accesso alla quota del Fondo sanitario nazionale (da definire) che la nuova legge intende vincolare per la prevenzione vaccinale.

L’Anagrafe nazionale vaccini, prevista dalla legge Lorenzin e in via di definizione con decreto, conterrà i dati sui soggetti vaccinati e da vaccinare, sui “disobbedienti”, sulle esenzioni attestate dal medico di medicina generale, su dosi somministrate ed eventuali effetti indesiderati, che confluiscono nella rete nazionale di farmacovigilanza. All’avvio dell’Anagrafe il Ddl destina 2,5 milioni di euro, più 185mila euro per la completa realizzazione nel 2018 e 80mila euro a partire dal 2019.

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