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Ginnastica, Jury Chechi: “Abusi sessuali, storia terribile. Ci penserei prima di mandare mia figlia in un centro federale. Io cresciuto con i preti…”

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Jury Chechi ha rilasciato un’intervista a La Stampa parlando della notizia del giorno, la confessione di Simone Biles in merito alle molestie sessuali subite dal dottor Larry Nassar che attende la sentenza dopo essersi dichiarato colpevole in tribunale: “Una storia terribile. Per quel che è successo, per i segnali che erano chiari da tempo, per le denunce nei confronti di questa persona. Strana e assurda storia, Larry Nassar aveva dei precedenti, eppure gli avevano dato un incarico con le ragazze. Forse c’è stata poca attenzione“.

Il Signore degli Anelli entra nello specifico: “Credo che questo tornerà a essere un caso isolato, nel quale bisogna andare ben in fondo. Ma d’altronde, se il Papa parla di pedofilia nel mondo ecclesiastico… Le molestie esistono nel cinema, nella cultura, nella musica, dappertutto. Non tutto è marcio nella ginnastica, ci sono persone che vanno allontanate per sempre ma il resto è pulito“.

Sui precedenti: “Solo voci, di Nadia Comaneci e il figlio di Ceausescu, di altre atlete ma senza prove. Nadia mi ha raccontato tutte le difficoltà di quel periodo, prima che la Romania si liberasse“.

Jury Chechi torna sui suoi inizi quando andò a Varese da Bruno Franceschetti per diventare grande: “Ero in un collegio arcivescovile gestito da sacerdoti. Tanti sacerdoti e tanti minori. Un bel colpo per i miei genitori atei: hanno fatto buon viso a cattivo gioco, come me. Non si parlava di molestie, non era d’attualitò come oggi, ma la Federazione vigilava con attenzione. Mi trovavo in un ambiente sano, nonostante situazioni ambigue e difficili: c’erano tante persone, tanti stranieri e potevi trovare tranquillamente droghe leggere ma non ho mai avuto sentore di abusi“.

La chiusura sul sistema degli USA: “Stiamo parlando della Nazionale più forte del mondo. E’ incredibile pensare alla quantità di vittime e a quanto tempo Nassar ha avuto a disposizione. Sono evidenti le coperture, non poteva fare da solo. Dopo aver ascoltato questa storia, ci penserei due volte prima di mandare mia figlia in un centro federale“.





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