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Tiro a segno, Coppa del Mondo Pechino 2019: India sontuosa. Riscossa europea, ma non di un’Italia deludente

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La seconda tappa della Coppa del Mondo 2019 di tiro a segno si è conclusa e come sempre, vista l’importanza dell’evento è necessario tracciare un bilancio di ciò che si è visto in quel di Pechino. Sulle linee di tiro del poligono cinese a consacrare i propri atleti nell’elite planetaria è stata l’India, capace di conquistare quattro medaglie complessive, di cui tre d’oro (arrivate nelle due finali Mixed Team e nella gara maschile di pistola a 10m) e una di bronzo, andando a vincere il virtuale medagliere di tappa e legittimando gli investimenti che da Nuova Delhi stanno facendo sulla disciplina, a livello tecnico e strutturale. Gli indiani infatti si sono dimostrati, nel frangente, addirittura meglio dei padroni di casa della Cina (5 medaglie; 2 ori, 2 argenti, 1 bronzo) e della Corea del Sud (1,2,2), per rimanere in tema asiatico.

Dall’Asia invece spostiamo il focus in Europa. Il dato di fatto è che la Russia comanda sempre il contingente del Vecchio Continente sia a livello numerico di podi, 7 complessivi (1, 3, 3) sia a livello di carte olimpiche ma dietro di lei c’è stato un netto risveglio. Bulgaria, Repubblica Ceca, Croazia, Ungheria Germania, Francia, Grecia e Norvegia sono riuscite almeno una volta a salire tutte sul podio aggrappandosi al talento di molti giovani, come ad esempio i magiari con Veronika Major o i cechi con Filip Nepejchal, o all’esperienza dei veterani, citando il caso di Maria Grozdeva per i bulgari; senza dimenticare poi “l’ottenimento” delle carte olimpiche da parte di due totem del tiro a segno come la georgiana Nino Salukvadze e la teutonica Monika Karsch.

E l’Italia? Gli azzurri hanno deluso, inutile negarlo. Il piatto piange: solo Marco De Nicolo al momento ha in mano il pass per Tokyo 2020, mentre una punta come Petra Zublasing è più di una stagione che fatica a trovare continuità, in un settore come quello della carabina femminile che al momento sta vivendo un involuzione; al contrario di quello maschile dove, nonostante a Pechino non siano arrivati i risultati auspicati, Bacci e Suppini sembra abbiano più chance di piazzare la zampata vincente anche durante il corso della stagione.

Il settore della pistola invece merita un discorso a parte: con Monna che purtroppo non è riuscito a prendere parte alla gara ad aria compressa, non si può dire che Torracchi e Giordano non ci abbiano provato – finendo peraltro a soli 4 punti dalla qualificazione alla finale – anzi, sono stata la cosa migliore capitata nella capitale cinese. Nel settore dell’automatica maschile, infine, Mazzetti si è visto che ha bisogno di qualche ulteriore gara per entrare in forma ed essere pronto per un’estate che dovrà essere giocoforza di un livello elevato. Traguardo a cui aspira anche il livornese Tommaso Chelli che, in una specialità non facile da interpretare, – anche a causa della sua imprevedibilità – sta toccando con mano gli standard della Coppa del Mondo.

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Foto: UITS

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