Film Lgbt: a Mondovisioni il documentario sul brasiliano Jean Wyllys

Entre os Homens de Bem, film di Caio Cavechini e Carlos Juliano Barros sul politico e attivista Lgbt brasiliano Jean Wyllys, entra nel programma di Mondovisioni 2018, una rassegna che ha per tema diritti umani, società e informazione e di cui Osservatorio Diritti è media partner. Ecco la recensione di uno dei migliori film Lgbt degli ultimi tempi

Dal Grande Fratello al parlamento brasiliano. Jean Wyllys è ormai una delle voci più importanti, in Brasile e nel mondo, nel dibattito sui diritti Lgbt e contro l’omofobia. Delle sue battaglie politiche e sociali parla Entre os Homens de Bem, un documentario di Caio Cavechini e Carlos Juliano Barros che è entrato a far parte di Mondovisioni 2018, la rassegna di documentari di Internazionale che ha per tema i diritti umani, la società e l’informazione e di cui Osservatorio Diritti quest’anno è media partner.

Dopo il debutto al Festival di Internazionale a Ferrara, Mondovisioni è ormai giunto al suo tour estivo: nel 2018 sono trenta le sedi, sale cinematografiche e non solo, che ospitano i documentari selezionati. Tra questi c’è anche Entre os Homens de Bem, che arriva a Venezia giovedì 5 luglio 2018 per una proiezione nel Chiostro dei Crociferi. Osservatorio Diritti introdurrà la serata con gli interventi di Marco Ratti, direttore responsabile, e Janaina Cesar, giornalista.

Entre os Homens de Bem: il trailer del film

Jean Wyllys, dal Big Brother al Parlamento brasiliano

Mente lucida, attivista vivace, simbolo di una comunità e politico dallo sguardo lungo. Dal 2005, anno in cui ha vinto il Grande Fratello brasiliano, Jean Wyllys si è dedicato anima e corpo all’attivismo Lgbt, esponendosi a minacce (non solo virtuali) e a ogni genere di diffamazione.

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Jean Wyllys in una scena del film Entre os Homens de Bem

La sua dichiarazione di omosessualità in diretta tv, nel 2005, davanti alle onnipresenti telecamere del Big Brother, mostrata in uno dei flashback del film, è un passo importante per la comunità Lgbt brasiliana: per la prima volta uno show televisivo popolare, che non si può certo tacciare di intellettualismo, diventa strumento per raccontare, attraverso uno dei suoi più appassionati portavoce, l’esistenza di una comunità ignorata, demonizzata e perseguitata.

«Vi dico di più: qualsiasi programma televisivo ha più decenza di un politico che ruba denaro pubblico durante il suo mandato».

Fino a quel momento nessun concorrente gay era stato all’interno della casa del Grande Fratello: del resto il Brasile è il paese che ha visto solo nel 2014 il primo bacio tra due uomini in una delle telenovele del canale Globo, la seguitissima “Amor a Vida”. A questo storico bacio televisivo, e alla reazione emozionata di Wyllys davanti allo schermo, il film di Caio Cavechini e Carlos Juliano Barros dedica la giusta rilevanza (non disturba un po’ di pathos, in fondo si parla di chi ha inventato le telenovele).

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Entre os Homens de Bem racconta Jean Wyllys come una figura mediatica, che intrattiene i giornalisti in lunghe e appassionate interviste; presente sui social network ma anche in carne e ossa nelle manifestazioni di piazza. Un intellettuale, scrittore e giornalista, che cita Hannah Arendt e Chico Buarque contro le violente e insultanti prediche dei suoi avversari. Un protagonista del parlamento brasiliano, dove la popolazione contesta i politici in aula durante le già accese sessioni.

La battaglia di Jean Wyllys: un film Lgbt da vedere

La politica si fa entre os homens de bem, tra uomini perbene. Anche se il documentario di Caio Cavechini e Carlos Juliano Barros sembra interrogarsi su chi siano e su cosa voglia dire essere uomini perbene: la battaglia politica e sociale per i diritti degli omosessuali in Brasile contrappone le piazze arcobaleno delle manifestazioni Lgbt ai foschi comizi dei parlamentari integralisti; i discorsi accalorati di Jean Wyllys, che parla di legalità e onestà, ai toni da inquisizione dei pastori evangelici, che vogliono “curare” i gay come malati.

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Jean Wyllys in manifestazione. Immagine tratta da una scena del film Entre os Homens de Bem

Con uno stile documentario che ricorda Michael Moore, tra riprese instabili rubate ai congressi e interviste frontali alla scrivania, vengono presentate al pubblico alcune delle principali (e più inquietanti) personalità della politica conservatrice brasiliana. Pastori evangelici come Marco Feliciano, le cui grottesche dichiarazioni strappano al pubblico – e a Jean Wyllys – più di una risata: ad esempio la sua preoccupazione per una cospirazione internazionale degli omosessuali di tutto il mondo, sostenuta dai governi di sinistra, per istaurare una “dittatura gay” in Brasile. Fino ad arrivare ai violenti comizi di Jair Bolsonaro, il Donald Trump brasiliano: ex militare, nazionalista, conservatore, maschilista, oppositore dei diritti per gli omosessuali e delle unioni interrazziali.

Film Lgbt: politica e diritti civili centro del documentario

Al centro del documentario ci sono le elezioni politiche del 2014. Jean Wyllys, candidato per il Partido Socialismo e Liberdade, dopo un’estenuante campagna elettorale, prende oltre 100.000 volti. Jair Bolsonaro ne ottiene 400.000, dando vita a uno dei Congressi brasiliani più conservatori dai tempi della dittatura. I politici di questo nuovo Parlamento sono personaggi corrotti, sprezzanti dei diritti civili come anche della legge e della giustizia sociale.

Entre os homens de bem finisce su uno dei tanti scontri in parlamento tra Jean e gli uomini del nuovo governo. Il film chiude mostrando le aule vuote della politica, mentre la voce fuori campo del protagonista si interroga su cosa sia la politica.

«Ci sono troppi interessi in ballo ed è impossibile gestirli con questa pratica inventata dagli esseri umani, che secondo Aristotele nasce con noi. Non sono d’accordo, preferisco riferirmi alla lettura di Hannah Arendt: secondo lei la politica non nasce negli uomini, ma tra gli uomini. Mi piace di più».

Il modo di Jean Wyllys di fare politica è intenderla come fusione tra l’operare in una comunità e l’agire individuale. Ogni gesto fatto in società ha un valore, compreso l’impegno personale, la coerenza, lo schierarsi per la battaglia del singolo e per quella di un gruppo. Sia essa la causa Lgbt, quella delle donne, quella contro il razzismo e l’uguaglianza sociale. E alla fine Wyllys non è poi così sicuro, come diceva Aristotele, che la politica sia già dentro gli uomini: preferisce credere che la politica nasca tra gli uomini.

 

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