Interdetto per 15 anni, don Vitaliano torna a fare il parroco

Monsignor Aiello lo nomina anche vice direttore della Caritas di Avellino

Avellino.  

Dopo oltre 15 anni Don Vitaliano della Sala torna a fare il parroco. Il vescovo di Avellino Monsignor Arturo Aiello lo ha nominato parroco della chiesa che da anni reggeva come amministratore parrocchiale, e che si trova nel borgo di Capocastello di Mercogliano  ma è parroco anche dell’altra parrocchia presente nel paese, quella dell’Annunziata, di costruzione più recente e più popolosa. Ma non solo. Aiello ha inoltre nominato don Vitaliano Della Sala vice direttore della Caritas diocesana di Avellino.

Una riabilitazione a tutti gli effetti, insomma, di quello che per tanti anni è stato considerato un “prete-contro”.

Don Vitaliano nel 2002 era stato sospeso a divinis da monsignor Giovanni Tarcisio Nazzaro, abate-vescovo di Montevergine, sotto la cui giurisdizione ricadeva la parrocchia dove era parroco don Vitaliano. Il pretesto erano i suoi «contatti con movimenti che non sono in armonia con il Tuo stato sacerdotale»; la partecipazione «ad ogni manifestazione di dissenso, l’accusa di disobbedire al vescovo».

In realtà probabilmente pesavano soprattutto pressioni vaticane su monsignor Nazzaro, legate all’esigenza di punire don Vitaliano soprattutto per la partecipazione al World Gay Pride del 2000, durante il quale aveva accusato dal palco l’allora Segretario di Stato cardinale Angelo Sodano per il ruolo svolto in Cile durante gli anni della dittatura di Pinochet. Don Vitaliano fu poi successivamente “perdonato” da mons. Francesco Marino, allora vescovo di Avellino. Don Vitaliano però non fu pienamente reintegrato nelle sue funzioni dal vescovo Marino: non gli venne infatti restituita la parrocchia da cui era stato rimosso, quella di San Giacomo apostolo a Sant’Angelo a Scala; non gli venne data una nuova nomina a parroco.

Fu fatto invece (2009) amministratore parrocchiale (che nel diritto canonico è una figura facente funzioni di parroco, senza però avere la titolarità della parrocchia) di S. Pietro e Paolo a Mercogliano, dove don Vitaliano era a tal punto amato dalla comunità che dopo la sua rimozione la popolazione aveva deciso in massa di non partecipare più alle funzioni religiose nella chiesa del paese, per poi cominciare a recarsi a Mercogliano, dopo che Vitaliano vi si era insediato. Dopo oltre quindici anni da quei fatti, ora don Vitaliano è di nuovo parroco. È caduto anche l’“interdetto” a celebrare a Sant’Angelo a Scala che non il vescovo, ma uno dei parroci che era succeduto a don Vitaliano aveva stabilito; e che gli impediva di fatto di celebrare nel paese dove era stato prete per oltre dieci anni.