Pd, De Caro manda in archivio l'anno più nero

Sulla sfida a De Luca glissa. Poi il dardo avvelenato: "Mastella alla Regione? Bene"

Benevento.  

Il tappo che si spezza nella bottiglia da stappare per il brindisi, tra le mani di Carmine Valentino, potrebbe essere immagine emblematica di un partito che si inceppa anche nei festeggiamenti.
Ma al brindisi per gli auguri natalizi il Pd sannita manifesta tutta la sua voglia di archiviare un anno impietoso, negativo e difficile guardando avanti e stringendosi intorno alla candidatura alla segreteria regionale del suo storico leader, Umberto Del Basso De Caro.

“Ricostruire un partito oggi in crisi di identità, di idee e di radicamento sociale” questo l'obiettivo di De Caro che allarga a tutti l'invito al processo di rilancio.
“Se avessimo un partito saldo – spiega - per quello che sta accadendo al Governo dovremmo essere a percentuali stratosferiche, invece siamo in una fase difficile, da superare”.
Ricorda l'impegno per il Sannio e non risparmia attacchi al governo: dalla legge di bilancio ai fondi soppressi per l'editoria fino al rapporto con L'Europa.
“Stanno disegnando un'Italia negletta, involuta come nel dopoguerra, cancellando 75 anni di progresso. Da antico avversario della Dc, guardando retrospettivamente nella immaginifica macchina del tempo di Wells, riconosco alla Democrazia cristiana lavoro e rappresentanza, senza voler parlare del Partito socialista e del Pci. Oggi, invece, ragioniamo secondo altre categorie quelle dove il merito non trova spazio e le competenze sono guardate con sospette. Siamo - conclude - come la Cambogia di Pol Pot”.

Tira le somme, De Caro, dopo gli auguri del segretario provinciale Carmine Valentino, di quello cittadino Giovanni De Lorenzo e del consigliere regionale Mino Mortaruolo.
“La mia è una battaglia di libertà, non contro De Luca ma per il rilancio del partito. Rivolgendomi soprattutto a chi alle ultime elezioni ha scelto di votare per movimenti sovranisti, populisti o demagogici. Per rirportarli a noi occorre uno strumento: il partito. Il nostro non è nato sui social ma nella società. E' un partito abituato a discutere e del partito dobbiamo tornare a fare il luogo della discussione, non solo dei contrasti e dei conflitti.
La mia è una candidatura di servizio, fare il segretario regionale nulla aggiunge al mio curriculum ma spero di mettere la mia esperienza al servizio di un progetto politico e non al servizio di un cartello elettorale. In sostanza è la battaglia di libertà di un uomo libero, non tutti possono dirlo”.

E sull'apertura di Clemente Mastella a candidarsi per guidare la Regione: “Se potesse un sannita, per la prima volta nella storia dell'istituzione regionale, diventarne presidente sarei il primo a congratularmi e ad esserne fiero”.