Preti gay, il vescovo: chi ha sbagliato paghi

In una lettera le precisazioni del vescovo della diocesi di Teggiano Policastro Monsignor De Luca

Lo scandalo ha sconvolto il mondo ecclesiastico

Teggiano.  

In seguito allo scandalo sui preti gay, il vescovo della diocesi di Teggiano-Policastro Monsignor Antonio De Luca ha annunciato, con una lettera, punizioni per chi ha sbagliato. La missiva arriva come tentativo di riportare un clima di serenità nelle parrocchie della quale farebbero parte alcuni dei preti finiti nel dossier reso noto dal giovane escort, residente a Napoli, e già assurto agli onori della cronaca per aver rivelato le presunte tresche di don Luca Morini, soprannominato don Euro. Il sacerdote comparirà l'otto marzo davanti al gup insieme al vescovo di Massa, monsignor Giovanni Santucci e all'ex parroco Emiliano Colombi.

“La divulgazione di notizie riguardante i comportamenti scandalosi di alcuni membri del clero di molte diocesi del Mezzogiorno, addolora in maniera grave la nostra comunità diocesana – precisa Monsignor De Luca -.

La consegna del dossier da parte della Curia di Napoli permetterà di prendere visione delle responsabilità e le necessarie iniziative canoniche che la Santa Sede stabilisce in questi casi.

Nel frattempo non possiamo non esprimere la vicinanza alle comunità turbate e preoccupate di fronte al rischio di vedere vanificata una consolidata esperienza di fede e di cultura religiosa che da sempre ha contraddistinto questa terra. Ci sta a cuore altresì riaffermare e riconoscere l’opera meritoria di moltissimi nostri sacerdoti che nella quotidiana fedeltà alla loro vocazione e alla loro missione hanno scritto pagine di memorabile tradizione. Ancora oggi i nostri sacerdoti incidono in maniera notevole e creativa nel tessuto vitale delle nostre comunità, con un’attenzione spiccata verso le istanze educative, sociali, e familiari. Ad essi va il grato riconoscimento, e per questa generosa offerta di sé stessi le nostre comunità non si sentano tradite!”

“Incombe l’obbligo anche di riconoscere sbagli, errori, opache testimonianze, e richiesta di perdono; perciò con la fermezza che ha ispirato sempre i percorsi e le decisioni, riaffermiamo come Chiesa la totale disponibilità a intraprendere le decisioni e le sanzioni canoniche per un necessario cammino di purificazione vissuto con profonda attenzione alle denunce e con sensibile cautela verso possibili false accuse. Il Vescovo, il presbiterio diocesano, gli operatori pastorali, lavoreranno per riportare la bellezza della fedeltà sul volto della nostra chiesa. La certezza del comune servizio alla verità del Vangelo rafforzi i nostri vincoli ecclesiali”.

S.B.