VIDEO|Giro d'Italia: attesa e proteste in città

Si mobilitano i lavoratori delle Fonderie Pisano e gli ambientalisti

Salerno.  

A breve il Giro d'Italia passerà nel salernitano per l'ottava tappa, tanta attesa per la carovana rosa anche in città, ma non manca un momento di riflessione e protesta che accomuna, schierati su fronti diversi, gli operai delle Fonderie Pisano di Fratte e le associazioni ambientaliste. I primi hanno saluteranno il passaggio dei ciclisti con degli striscioni che riguardano le loro condizioni occupazionali: «Per voi il giro d’Italia a pedalare, per noi il giro della provincia nella speranza di lavorare» e ancora «Anche noi vogliamo pedalare verso un piano industriale nazionale». E' quello che sperano da tempo i lavoratori dell'opificio di via dei Greci, che aspettano una delocalizzazione dell'industria in grado di assicurare loro un futuro.

Gli fanno eco gli attivisti dei movimenti ambientalisti che si sono dati appuntamento alle 14 davanti alla rotatoria nei pressi delle Fonderie. Tutti in tuta bianca e con mascherine, cartelloni e striscioni per manifestare contro “l'avvelenamento quotidiano” che – a loro dire – le Fonderie effettuerebbero contro la popolazione. "Facciamo sentire il nostro grido di dolore” precisano ancora.

Un'altra protesta è poi quella che si terrà a Baronissi, a metterla in campo il Partito di Rifondazione Comunista che ha organizzato una “striscionata” «per denunciare e protestare contro la scelta di individuare come prima tappa del giro Gerusalemme occupata militarmente dallo stato israeliano». Gli striscioni sono accompagnati dalla bandiera palestinese e recitano: “Pedaliamo contro l’ apartheid israeliana Palestina Libera” – “Lo sport per la libertà Palestina Libera” – “Non pedalare per i crimini israeliani Palestina Libera”.

«Aver portato la “Grande partenza” della gara per il 2018 in Israele non solo coprirà l’occupazione militare israeliana e le sue politiche razziste contro i palestinesi, ma aumenterà anche il senso d’impunità di Israele, incoraggiandolo a proseguire nella negazione dei diritti del popolo palestinese sanciti dall’Onu», chiariscono in in una nota gli attivisti.

S.B.