Voto e camorra: tutti a processo

Alla sbarra l'ex sindaco Pasquale Aliberti e la moglie il consigliere regionale Monica Paolino

Si apre un nuovo capitolo nell' inchiestra Sarastra che ha portato allo scioglimento del consiglio comunale di Scafati per infiltrazioni camorristiche

Scafati.  

Andranno tutti a giudizio: si aprono le porte del tribunale sull’inchiesta “Sarastra” della Direzione distrettuale Antimafia di Salerno, sul presunto scambio elettorale politico mafioso al comune di Scafati. A processo l’ex sindaco Pasquale Aliberti e suo fratello Nello, e la moglie – nonché consigliere regionale – Monica Paolino. Con loro anche l’ex consigliere comunale Roberto Barchiesi, lo staffista Giovanni Cozzolino, gli imprenditori Giuseppina Ametrano, Alfonso e Catello Cesarano, l’ex vicepresidente della partecipata Acse Ciro Petrucci, i cugini Andrea Gennaro e Luigi Ridosso e l’ex boss pentito Alfonso Loreto.

Accolte dunque le richieste avanzate dalla procura. Aliberti attualmente si trova agli arresti domiciliari a Roccaraso, in Abruzzo. Proprio pochi giorni fa è stato ricoverato in ospedale per un malore. Un abuso di anti depressivi, per l’ex fascia tricolore che ha reso necessario il trasporto al “San Salvatore” del capoluogo abruzzese. L'ex sindaco dopo alcuni giorni nell'ospedale dell'Aquila è tornato ai domiciliari nella casa dei genitori. Preoccupazione per lui. Una solitudine forzata, lontana dai figli e dalla famiglia che gli impedisce di avere contatti anche con la moglie. 

Intanto con il rinvio a giudizio si apre dunque un nuovo capitolo dell'inchiesta che ha portato allo scioglimento del consiglio comunale di Scafati e mira a scoperchiare il presunto patto tra la classe politica ed esponenti di clan di camorra nell'Agro nocerino, quello dei Loreto-Ridosso.

Fissati anche gli incidenti probatori, con gli imprenditori Nello Longobardi e Lello Lupo che saranno sentiti il prossimo 16 maggio. Le accuse principali mosse agli imputati sono dunque quella di scambio elettorale politico-mafioso, minacce, violenza privata, aggravata dal metodo mafioso, abuso d'ufficio ed estorsione.

Giovanbattista Lanzilli