Tutto quello che la campagna elettorale ha dimenticato

Niente su corruzione, evasione fiscale, mafie e Sud. Quattro temi centrali per il futuro.

Le parole d'ordine sono state: immigrati, articolo 18, legge Fornero, sicurezza e antifascismo... Nessun accenno alla rivoluzione digitale e nessuna visione, nessuna prospettiva.

di Luciano Trapanese

Come accade da decenni anche questa è stata etichettata come la peggiore campagna elettorale della storia. Di certo è stata povera di argomenti, di proposte, ricca di insulti, di slogan, di insinuazioni. E sono stati clamorosamente dimenticati quattro temi cruciali per il Paese: lotta alla corruzione, all'evasione fiscale, mafie e Sud. Se ne fa qualche accenno, ma solo come esercizio retorico, in qualche programma elettorale. Come non si è affatto parlato delle innovazioni digitali e delle conseguenze inevitabili sul mercato del lavoro. Anche in questo caso, qualche paroletta d'ordinanza, copia incolla selvaggio da wikipedia, nessuna visione, nessuna previsione. Zero.

Le parole d'ordine sono state “immigrati”, “legge Fornero”, “fascismo e antifascismo”, “sicurezza”, “articolo 18”, “meno tasse”.

Sugli immigrati, la campagna della paura, ha avuto i suoi effetti. C'è chi pensa che l'Italia non abbia altri problemi, che via gli immigrati e qui si diventa un Eldorado, un'oasi di pace, anche perché la sicurezza sarebbe messa a rischio proprio dagli stranieri. Poi arrivano i numeri del ministero dell'Interno sugli sbarchi. E qualche domanda bisogna anche porcela: sapete dall'inizio dell'anno quando migranti sono sbarcati in Italia? 5.247. Il 70 per cento non vuole restare da noi, una parte sarà rispedita a casa (nei Paesi dove ci sono accordi bilaterali). E sapete quanti ne sono arrivati l'anno scorso? 119.639. La questione esiste, chiaro. Nessuno mette in dubbio che il sistema dell'accoglienza faccia acqua da molte parti e stia arricchendo anche tasche non proprio oneste. Ma davvero è questo il problema principale della nostra nazione?

E poi, sì è vero: la legge Fornero ha tolto molti privilegi, il passaggio dal retributivo al contributivo ha ridotto le nostre pensioni, a nessuno piace smettere di lavorare alla soglia dei 70 anni. Ma è anche vero che il sistema era al collasso, che i nostri giovani – e non solo – rischiavano di non vederla mai, la pensione. Non basta dire: addio Fornero. Serve dire come, con quali risorse, e quali proposte.

Questione sicurezza. Si gioca da anni sulla percezione degli italiani: questo è un Paese in mano alla microcriminalità. Poi si snocciolano i dati: in questi ultimi anni è calato visibilmente il numero dei reati e nella nostra storia non ci sono mai stati così pochi omicidi. E allora?

La querelle su fascismo e antifascismo è stata poi di una irrilevanza sconcertante. Il pericolo autoritario esiste (guardate a Est per favore...), ma non si presenta certo sotto le insegne di Casapound o dei centri sociali. Quella è una caricatura di antagonismo che è finita prima ancora di iniziare.

Sulle “tasse” inutile spendere parole: tutti le riducono, tutti tolgono qualche balzello. Come, non si sa. Anche perché nel frattempo nessuno cita il nostro problema numero uno: il debito monstre del sistema Paese...

Il ritorno all'articolo 18 senza nessuna concreta e organica proposta di riforma del mercato del lavoro (se il jobs act non ha funzionato), è un altro slogan. Buono per qualche dibattito televisivo. Per presentarsi come “difensori dei diritti dei lavoratori”. E stop.

Ma, ripetiamo: sull'evasione fiscale (che ci costa cento miliardi l'anno), niente.

Sulla corruzione (che ne fa evaporare altre decine), zero.

Sul sud, che non vuole assistenza, ma il sostegno per far crescere quello che già c'è, a partire dall'agroalimentare, neppure una parola: meglio tacere, c'è il rischio di perdere i voti al Nord (tanto comunque al sud nessuno più crede alle promesse e sono in calo addirittura le clientele...).

Sulle mafie, meglio non parlarne, si è già discusso troppo sulle conseguenze di Gomorra sui giovani. Che poi cosa nostra, camorra, 'ndrangheta e sacra corona unita stiano devastando pezzi dell'economia di tutta l'Italia, beh poco importa...

Eppure basterebbe stanare evasori e ridurre la corruzione per avere una disponibilità economica capace di dare a tutti non il reddito di cittadinanza (un volgare sussidio), ma quello universale: duemila euro al mese, per chi lavora e chi resta a casa. Basta farsi i conti con quanto ci viene scippato da evasori e corrotti. Non è difficile, una semplice divisione...

Potremmo essere un nazione ricca, siamo invece in coda a tutti gli indicatori economici in Europa.

Domani si vota, e non ci sono incertezze su chi vincerà: l'astensione. Sarebbe stato utile – per partiti e movimenti – chiedersi il perché. Sarà per un'altra volta.

Buon voto a tutti.