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Cronaca Limena

Attività di prostituzione nel centro orientale: scattano la chiusura e le denunce

Il blitz è stato messo a segno in un esercizio commerciale martedì di Limena. Massaggiatrici costrette a vivere videosorvegliate, due di loro sono risultate irregolari sul territorio nazionale

Chiuso martedì 4 ottobre, un centro estetico cinese nella zona industriale di Limena. Il bilancio è di quattro donne denunciate: due, la titolare e la persona che gestiva l'attività, italiana, per favoreggiamento dell'immigrazione clandestina e sfruttamento della prostituzione e altre due per ingresso e soggiorno irregolare sul territorio nazionale. 

I sospetti

Attraverso servizi di osservazione all'esterno del centro le Fiamme Gialle di Padova hanno notato un "giro" di uomini impressionanti che entrava ed usciva dall'esercizio commerciale fino a tarda sera. Attraverso siti internet specializzati gli investigatori della Finanza hanno letto numerose recensioni di clienti che parlavano in maniera compiaciuta delle prestazioni sessuali che in quel centro era possibile ricevere. Di qui il sentore che non si trattasse di un centro estetico, ma di una vera e propria casa di prostituzione. 

Il blitz

Al sopralluogo oltre ai finanzieri hanno partecipato dipendenti dell'Ulss 6 Euganea del servizio prevenzione igiene e sicurezza negli ambienti di lavoro e Servizio igiene e sanità pubblica, con la collaborazione di operatori specializzati anti tratta della Regione. Individuate 5 donne cinesi nelle varie stanze, di cui due che si stavano prostituendo. A queste si è aggiunta una sesta donna, anch'essa cinese, nelle vesti di responsabile dell'attività. 

La perquisizione

E' stata evidenziata la commistione tra i luoghi di lavoro con quelli di dimora, trovati in condizioni di degrado per carenze igieniche e impianti non a norma, oltre a  diverse  telecamere installate per sottoporre a videosorveglianza le lavoratrici, obbligate a lavorare durante l’intera giornata e a consegnare le somme incassate alla donna ritenuta conduttrice dell'attività illecita. Dai relativi controlli documentali emergeva che le massaggiatrici non erano regolarmente assunte e che l’attività dichiarata, formalmente amministrata da una donna italiana, era di fatto svolta senza alcun tipo di autorizzazione. Infine,  due delle ragazze cinesi identificate sono risultate anche irregolari sul territorio nazionale, di cui una anche sprovvista di passaporto. Sono in corso approfondimenti finalizzati al recupero a tassazione dei proventi sottratti 
al pagamento delle imposte. I finanzieri hanno denunciato all'autorità giudiziaria la responsabile del centro e la rappresentante legale della società per i reati di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, sfruttamento del lavoro e della prostituzione, oltre alle due donne irregolari, deferite per il reato di ingresso e soggiorno illegale nel territorio dello Stato.

I clienti

Tra l'imbarazzo generale i clienti italiani che sono stati sorpresi all'interno del centro si sono rivestiti e, dopo essere stati identificati, hanno chiesto alle Fiamme Gialle il rispetto della privacy per non avere problemi in famiglia. 

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