Pd Parma: “Proposta per l’istituzione dell’Albo richiedenti asilo e regolamento applicativo”

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La proposta arriva dal gruppo consiliare Pd a Parma e dalla segreteria del partito cittadino:

“La questione è nota: il c.d.  decreto “sicurezza” crea gravi problemi ai Comuni invece di risolverli. Come hanno lamentato molti Sindaci a inizio anno, tra cui Federico Pizzarotti, la perdita del diritto alla iscrizione anagrafica per chi aveva permesso di soggiorno per motivi umanitari oltre che essere a nostro avviso in contrasto con i diritti umani e la Costituzione, ha come conseguenza immediata la presenza di persone di cui il Comune non ha più modo di avere alcuna notizia, che restano escluse dalla società e da ogni possibilità di integrazione anche minima, con potenziali ricadute negative anche sul piano della sicurezza.

Non solo: l’impossibilità da parte delle strutture comunali e dei soggetti accreditati di potere inserire queste persone in un qualsivoglia percorso, fa sì che esse non SI rivolgano più ai soggetti preposti, col rischio di essere “aiutate” tramite meccanismi non chiari se non addirittura illegali. Il gruppo consiliare del Pd ha lavorato su un proposta che, rispettando la legge, punta a dare risposta a questi problemi”.

“In questi giorni depositeremo una proposta di delibera per l’istituzione dell'”Albo dei richiedenti asilo” esclusi dal registro anagrafico a seguito del decreto Salvini,” dichiara il capogruppo Pd Lorenzo Lavagetto. “Si tratta di una proposta concreta, frutto di un’attenta elaborazione, che non comporta violazione delle norme del decreto sicurezza ma punta a correggerne alcune evidenti storture e che ha l’obiettivo di affrontare alcuni dei problemi denunciati dallo stesso Sindaco Pizzarotti. Ci preoccupa che dopo le polemiche di inizio anno con il Governo, il Sindaco non abbia più affrontato il tema, forse era distratto dalla campagna elettorale”.

La consigliera Daria Jacopozzi aggiunge: “con questa proposta puntiamo a migliorare gli effetti di una legge che riteniamo ingiusta e sbagliata: il Comune potrà mantenere una relazione con le persone che risiedono nel territorio, estendendo i servizi comunali a chi risulti iscritto nell’albo: pensiamo in particolare alla formazione professionale e ai problemi abitativi. In ogni caso il Comune avrà uno strumento per sapere chi effettivamente dimora sul territorio: non è cosa da poco”. Il Consigliere Sandro Campanini evidenzia che “questa proposta è a disposizione del Consiglio Comunale: vogliamo aprire un confronto serio sul tema, per questo l’abbiamo costruita dialogando con associazionismo, volontariato e il parere di esperti legali. Non ci interessa polemizzare con nessuno, vogliamo invece arrivare nel più breve tempo possibile a una soluzione concreta, su cui si sta lavorando anche in altre città”.

Secondo la consigliera Caterina Bonetti “l’istituzione dell’albo non comporta di fatto spese aggiuntive, anche se richiede uno sforzo organizzativo al Comune che comunque sarà costretto a farne molti dato che sullo stesso gravano le conseguenze peggiori della legge. L’iscrizione per i richiedenti non è “gratuita”. Il regolamento che proponiamo prevede la cancellazione dall’albo qualora la residenza non venga confermata ogni quattro mesi. Chiederemo comunque che il Comune continui ad investire nella “seconda accoglienza” visto che le risorse ci sono.

“Un passo importante” chiude il segretario comunale Pd Michele Vanolli. “Esprimo soddisfazione per il lavoro svolto insieme al gruppo consiliare. Parma ha costruito da tanti anni un modello pubblico di gestione che oggi viene messo in discussione dalle politiche del governo giallo verde. Vogliamo contribuire con questa proposta a difendere il nostro modello. Noi crediamo in una società aperta sapendo che ciò comporta affrontare una grande complessità nella costruzione di “regole” che permettano il rispetto e la crescita di tutti.

 

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