Il Congresso statunitense ha votato a favore della sospensione della partecipazione USA nella guerra in Yemen.
Il conflitto in Yemen è esploso nel 2015 e vede due fazioni. Da un lato i ribelli sciiti Houthi, sostenuti dall’Iran; dall’altro le forze del presidente Hadi. Le forze governative hanno il sostegno della coalizione a guida saudita e degli USA che forniscono armi carburante per aerei e informazioni dell’intelligence.
L’ONU sta portando avanti un dialogo con entrambe le fazioni per mettere fine alla guerra che ha distrutto lo Yemen. In questi 4 anni di conflitto, infatti, il paese si è tanto impoverito, che oggi rappresenta la realtà più povera del Medio Oriente.
Il voto del Congresso ha inferto un duro colpo al presidente Trump, ridimensionando i suoi poteri. “Il presidente dovrà affrontare la realtà” ha detto il presidente della commissione Affari Esteri della Camera, Eliot Engel, e ha aggiunto: “Il Congresso non intende ignorare i suoi obblighi costituzionali in politica estera”.
Il testo della mozione può ancora essere annullato poiché Trump può porre il veto su questa disposizione. Per ora, il presidente ha avvertito dei rischi che questa disposizione comporta: il danneggiamento delle relazioni con l’Arabia Saudita.
A votare favorevoli alla sospensione dell’intervento USA, sono stati anche 16 repubblicani, tra cui Jordan e Meadows, entrambi conservatori.
Mentre i democratici hanno affermato che la partecipazione a questa guerra è incostituzionale senza l’autorità del Congresso.
Negli anni molti legislatori hanno provato a rivendicare il potere del Congresso sulle decisioni di guerra e di pace, e questa volta sembrano esserci riusciti.
“Oggi il Congresso ha detto: ci stiamo prendendo le nostre responsabilità, […] per il futuro” ha affermato Sanders, principale autore della risoluzione e candidato alla presidenza per il 2020.