#Apriteiporti, mobilitazione anche a Piacenza. La Lega: “Stop agli sbarchi”

#apriteiporti, anche Piacenza aderisce alla mobilitazione contro la decisione del Governo di bloccare l’accesso alla nave Acquarius e ai 629 migranti che trasporta ai porti italiani. Nel pomeriggio di mercoledì 13 giugno si terrà un presidio, a partire dalle 18, davanti alla Prefettura di Piacenza.

Di seguito – in una nota a firma di Alessandro Fornasari – le motivazioni della protesta, che si sta svolgendo in maniera analoga in altre città d’Italia, e le associazioni che hanno aderito a Piacenza.

“Si aprano i porti all’arrivo di vite umane che fuggono da conflitti e disperazione. La chiusura dei porti italiani è una soluzione inaccettabile. Nemmeno di fronte all’appello dell’Onu che parla di “imperativo umanitario”, il Ministro Salvini desiste dal riproporre e rafforzare la propria scelta sciagurata di negare lo sbarco alla nave Aquarius.

Le norme internazionali sul soccorso marittimo, oltre che i fondamentali principi di umanità e solidarietà, impongono che le persone soccorse in mare debbano essere sbarcate nel primo “porto sicuro” sia per prossimità geografica, sia dal punto di vista del rispetto dei diritti umani.

L’Italia non può voltare le spalle, ogni migrante è prima di tutto una persona costretta a lasciare la propria terra, a causa di guerre, fame, siccità e disastri ambientali, per cercare la sopravvivenza altrove chiedendo accoglienza e asilo. Non si faccia l’imperdonabile errore di chiudersi nei confini della propria nazione, di alzare nuovi muri di odio e paura che non fanno bene al Paese e che aumentano ancora di più le disuguaglianze.

Le decisioni di questo Governo, schiacciato sulle posizioni di un Ministro dell’Interno come Salvini, non hanno precedenti e segnano una ferita profonda nella storia del nostro Paese che si è sempre contraddistinto per la solidarietà e che ha sempre garantito il soccorso in mare. Per questo chiediamo al Governo che vengano riaperti immediatamente i porti italiani per accogliere le navi che soccorrono i migranti.

La nave Aquarius, con a bordo 629 persone, tra cui donne, minori e gestanti, deve poter attraccare in un porto sicuro. La disponibilità del governo spagnolo, sebbene portatrice di un messaggio di solidarietà e speranza, non può essere la soluzione. Ritardare le operazioni di sbarco vuol dire mettere a rischio le persone più vulnerabili presenti sulle imbarcazioni.

Mobilitarsi e reagire è il dovere di chi crede in una cultura solidale. Domani, mercoledì 13 giugno, alle ore 18.00 ci troveremo davanti alla Prefettura in via San Giovanni per manifestare la nostra indignazione e ribadire che la nostra umanità è aperta”.

Coordinamento piacentino #restiamoumani. Con l’adesione di: Amnesty International – Piacenza, Amnesty Gruppo Giovani Piacenza, Emergency Piacenza, Libera Piacenza, La Pecora Nera scs onlus, GUS Gruppo Umana Solidarietà, ARCI Piacenza, Partito Democratico Piacenza, Rifondazione Comunista Piacenza, Piacenza Possibile, Camera del Lavoro di Piacenza – CGIL Piacenza, Cisl Parma Piacenza, Uil piacenza, La fabbrica dei grilli, Fabbrica e nuvole, Comunità Islamica Di Piacenza, Legambiente Circolo Di Piacenza, Non Una Di Meno – Piacenza

L’adesione di Rifondazione Comunista – Rifondazione Comunista aderisce al presidio lanciato dal coordinamento piacentino di “Restiamo Umani”.

“L’intimidazione del Ministro degli Interni Salvini a chiudere i porti di fronte alla richiesta d’aiuto della nave Aquarios con 629 persone a bordo – afferma la segreteria provinciale – è un atto gravissimo e criminale che ci vede decisamente contrari. Rifondazione è da sempre al fianco delle vittime dell’Imperialismo capitalista e i migranti rientrano tra queste; persone costrette a fuggire dalla propria terra d’origine per cercare maggior fortuna altrove, si trovano oggi respinti e abbandonati in mezzo al mare rischiando la vita senza sapere quale sarà il loro destino”.

“Questo è solo il risultato di chi per anni ha predicato odio, dichiarando di voler respingere chiunque avesse provato ad attraccare sul suolo italiano, risultato degno delle peggiori dittature fasciste della storia. Il nostro sogno di un Mondo senza barriere non si è spento – concludono -, e come il nostro anche quello di tutti coloro che credono nella solidarietà come via di sopravvivenza”.

Lega Piacenza: “Stop agli sbarchi” – “No al traffico di esseri umani, No al business dell’immigrazione clandestina”. Non si fa attendere il commento del commissario provinciale della Lega, Corrado Pozzi, sulla decisione del vicepremier Matteo Salvini di chiudere i porti italiani.

“Una scelta sacrosanta che, finalmente, apre gli occhi su una situazione divenuta insostenibile. Nel Mediterraneo, infatti, ci sono navi con bandiera di Olanda, Spagna, Gibilterra e Gran Bretagna, ci sono Ong tedesche e spagnole, c’è Malta che non accoglie nessuno, c’è la Francia che respinge alla frontiera, c’è la Spagna che difende i suoi confini con le armi, insomma tutta l’Europa che si fa gli affari propri. Ora anche noi diciamo basta”.

“Ovviamente, c’era da aspettarselo, la sinistra, gli ultra cattolici e membri della chiesa si sono scagliati contro questa imposizione assolutamente necessaria per fermare un flusso migratorio incontrollato e nocivo sia per le persone che lasciano il proprio paese sia per la nostra gente, sempre più insicura – continua Pozzi – Bisogna cominciare a ridurre le partenze e questo è un chiaro segnale che il governo sta dando”.

Il commissario della Lega ricorda anche le ricadute locali del fenomeno dell’immigrazione; sono 14.510 i richiedenti o titolari di protezione internazionale o umanitaria accolti in Emilia-Romagna. Di questi, 13.213 (pari all’8% del totale di 176.962 presenti sul territorio nazionale) sono accolti nei Centri di Accoglienza straordinaria e negli Hub, e 1.297 nelle strutture del Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati (Sprar). A Piacenza se ne contano 1.175 (1.154 Cas e Hub, 21 Sprar).

“Questi sono i dati ufficiali diramati in ottobre, numeri indubbiamente cresciuti, ai quali – afferma Pozzi – si aggiungono purtroppo le situazioni di clandestinità. Una gestione – quella dei richiedenti asilo – che più volte ha presentato evidenti criticità, basti pensare ai numerosi arresti, per reati soprattutto legati allo spaccio di stupefacenti, che più volte anche nel Piacentino hanno riguardato queste persone”.

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