“Ci siamo sentiti isolati” In tanti alla preghiera della Comunità Islamica fotogallery

“In questi giorni ci siamo sentiti isolati e vulnerabili, per questo sono emozionato per le tante persone che sono qui stasera”.

Le parole di Yassine Baradai, direttore della Comunità islamica di Piacenza, non nascondono lo stato d’animo di smarrimento e angoscia della comunità islamica piacentina dopo la strage di fedeli musulmani causata dalla sanguinosa azione un “lupo solitario” dall’altra parte del mondo.

Un momento di preghiera e raccoglimento, quello voluto nel centro di strada Caorsana, dopo l’attentato terroristico di Christchurch in Nuova Zelanda, al quale hanno partecipato in tanti. Esponenti religiosi, politici, del sindacato e delle associazioni, semplici cittadini, tutti a fianco dei musulmani piacentini.

Con una assenza sottolineata da tanti, quella dell’amministrazione comunale, che nella mattinata di domenica ha emesso uno stringato comunicato di solidarietà al popolo neozelandese, senza citare mai la parola islam.

Un’assenza che lo stesso Baradai non ha ignorato nelle sue parole: “Mi spiace dirlo ma le istituzioni dovevano essere presenti questa sera, altrimenti rischia di passare un messaggio negativo. Voglio credere che abbiano avuto impegni più importanti e speriamo che questa assenza non intacchi il lavoro svolto fino ad ora”.

“Sono emozionato del cuore di Piacenza – ha proseguito Baradai – e delle tante persone che sono qui, che pensano che il dolore è uguale per tutti. Vorrei abbracciarvi uno per uno perché in questi due giorni ci siamo sentiti tristemente isolati e vulnerabili e perché in altre circostanze la reazione è stata diversa. Tuttavia la vostra presenza mi fa capire che c’è una gran parte di società che è con noi e che condivide il nostro dolore”.

La preghiera e la riflessione alla Comunità Islamica

“‘Hello brother’, la frase pronunciata da un fedele – ha ricordato – per salutare l’ingresso nella moschea di Christchurch dell’assassino, è il messaggio che quelle persone che sono state uccise ci hanno lasciato e che vogliamo fare nostro. E la nostra risposta sarà quella di aprire le porte delle nostre moschee”.

La serata, nel giardino del centro islamico, si è aperta con la lettura dei versi del Corano da parte dell’imam Sheykh Yassin Al Yafi. A cui sono seguiti alcuni interventi brevi dal palco allestito per l’occasione.

Don Pierluigi Dallavalle, in rappresentanza della Curia ha portato il saluto del vescovo Gianni Ambrosio e citato il documento sulla fratellanza firmato dal Papa nella recente visita a Dubai. “Dobbiamo vivere questo momento da fratelli per reagire con misericordia di fronte al gesto di violenza compiuto”. E’ stata poi data lettura di un articolo firmato dal giornalista marocchino Brahim Maarad, dal titolo significativo: quando a urlare Allah Akbar sono le vittime.

Dal palco si sono poi susseguiti i saluti, tra gli altri, dei consiglieri comunali Stefano Cugini e Mauro Monti, del segretario della Cgil Gianluca Zilocchi, del segretario della Uil Francesco Bighi, dell’ex sindaco Paolo Dosi, di Giuseppe Morsia del centro migranti Scalabrini, della docente di religione Donata Horak, e di Roberto Montanari dell’Usb.

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