“Quando parlava Bossi, faceva paura. Quella Lega pesava di più” Intervista a Polledri

“Quando parlava Bossi faceva paura al Palazzo. Anche a Piacenza quella Lega pesava di più”. Sono le parole del più “bossiano” dei politici piacentini, Massimo Polledri – ex deputato ed ex senatore del Carroccio – che anche oggi senza remore ammette la passione incondizionata per il suo “unico capo”.

Umberto Bossi, padre della Lega Nord, ha compiuto 80 anni e tanti sono stati gli auguri e gli attestati di stima arrivati da tutte le parti politiche. La stagione del senatur oggi appare lontana, la Lega ha perso per strada il suffisso “Nord” e parlare di riforma federalista e di autonomia non è più di moda. Il “capo” si è ormai ritirato dalla vita pubblica, ma – assicura Polledri – “non ha perso la sua lucidità e il suo intuito da vecchio leone”.

Compleanno Bossi Polledri

Domenica 19 settembre Polledri si è recato alla celebrazione del compleanno del Senatur a Cisiano Bergamasco, organizzata dall’associazione “Autonomia e Libertà“, insieme agli altri fedelissimi Roberto Calderoli e Roberto Castelli (nella foto sopra), dove si è tenuto un breve collegamento telefonico con il festeggiato. “Dovevamo riunirci a Pontida, luogo dal massimo significato simbolico, ma poi il maltempo e la pioggia ci hanno costretto al chiuso” – spiega.

Gli 80 anni di Bossi che significato hanno oggi, che la Lega è al governo?

Io continuo a chiamarlo “capo” ed è l’unica persona che chiamo con questo appellativo, anche se oggi non ha più alcuna carica. Ieri (domenica ndr) quando ci siamo collegati al telefono gli abbiamo tributato l’omaggio di sempre, c’è stata tanta commozione. Mi ha colpito che tanti abbiano ricordato i suoi 80 anni pubblicamente, ho letto l’intervista di Pier Luigi Bersani (a “Repubblica” ndr) e devo dire che con Bossi ha in comune una qualità indubbia, lo spessore umano. Ricordo bene, come dice nell’intervista, che Bossi mi chiedeva delle condizioni del leader piacentino durante la malattia. Avevano una sintonia, si parlavano spesso e scambiavano battute.

La Lega di Salvini sta vivendo una fase complicata con la partecipazione al Governo. Forse non dipende anche da questo la voglia di rievocare la politica e la figura di Bossi?

Viviamo tempi molto difficili, il segretario è saldamente in sella al partito e in questi anni ha dettato un cambio della sua mission con lo sbarco al Sud per creare una forza politica di profilo nazionale. Ricordiamoci che i tempi della politica e del consenso non sono gli stessi dei risultati concreti. Io credo che Umberto Bossi, come ha sempre fatto nella sua carriera politica, sia il primo a non voler dividere la Lega. E poi sono convinto che tutti gli attestati di stima e gli auguri arrivati in occasione del suo compleanno siano sinceri.

Festa della Zucca Bossi

Bossi e Polledri alla Festa della Zucca di Pecorara

I cavalli di battaglia della Lega di Bossi oggi non sono certo al primo posto dell’agenda politica, ci torneranno mai?

I temi sollevati durante la leadership di Bossi non sono tramontati, semplicemente perchè non hanno ancora trovato soluzione. Pensiamo alla questione settentrionale, alla lotta contro l’assistenzialismo, alle autonomie locali, ma anche al federalismo e al tema dell’identità: non sono certo superati. Tutte questioni con le quali la politica deve fare i conti. Per questo ho aderito all’associazione di Castelli “Autonomia e Libertà”, con l’obiettivo di generare un dibattito utile. E’ vero, la pandemia ha cambiato tutto, ha rivoluzionato le priorità, ma ha riproposto in termini nuovi temi che non si possono eludere, basti pensare al rapporto tra libertà e democrazia. La Lega di Salvini con lo sbarco al Sud e la sua vocazione nazionale ha dovuto accantonare certi argomenti per evitare i contrasti, ma fatta l’Italia faremo anche il federalismo. Ad esempio su una vicenda importante come quella dell’autonomia regionale io vorrei confrontarmi anche con le altre forze politiche, con uno come il presidente Bonaccini.

E a Piacenza? Nella Lega ci sono rimasti altri “bossiani”, a parte lei?

Non ricopro più nessun ruolo di dirigente nella Lega oggi. Sono stati tutti più “bossiani” di me allora, poi sono diventati tutti “maroniani” e adesso “salviniani”. E’ trascorso molto tempo e sono cambiate le cose, ma quella Lega al 4 per cento pesava di più anche a Piacenza, aveva più forza. Quando Bossi parlava faceva paura al Palazzo: quando andavamo in piazza ci facevamo sentire. Se la moschea non si doveva fare, non si faceva. Ma quei tempi sono finiti.

Bossi e Polledri

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