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Credidimus charitati. “Abbiamo creduto all’amore”. Questa professione di fede, essenziale quanto incisiva, campeggia nello stemma episcopale di mons. Donato Negro, arcivescovo di Otranto.

Come radici antiche che sempre più vanno a fondo, ancorando la pianta alla terra, e come germogli nuovi che anticipano la primavera, queste parole raccontano la storia di un uomo, di un sacerdote, di un vescovo e del popolo a Lui affidato, che ieri sera, nella magnifica cattedrale idruntina, si è stretto attorno al suo pastore  nel XXV anniversario della sua ordinazione episcopale, per elevare l’inno di lode a Cristo che continua a guidare la Chiesa attraverso i successori dei suoi apostoli, come ha sottolineato nel saluto di apertura il vicario generale, don Giuseppe Mengoli.

Nella cattedrale, “l’Albero della vita, che sempre si lascia attraversare in lungo e in largo” (dall’omelia del vescovo), ha accolto l’ingresso di S.E Mons. Donato Negro, preceduto da tutti i sacerdoti della diocesi e amabilmente accompagnato e sostenuto da molti altri suoi confratelli nell’episcopato, tra cui il metropolita del Salento mons. Michele Seccia, l'arcivescovo di Bari-Bitonto mons. Francesco Cacucci (già arcivescovo di Otranto) e mons. Marcello Semeraro, salentino anche lui e vescovo di Albano, a cui è toccato l’onore di leggere la lettera di benedizione di Papa Francesco.

Anche il cardinale Salvatore De Giorgi ha partecipato alla solenne concelebrazione  e la presenza di tanti vescovi, dei sacerdoti e del popolo tutto è stata accolta con gratitudine e gioia da mons. Negro che ha sottolineato, con le parole di San Gregorio Magno “L’onore mio è l’onore della Chiesa Universale” (concetto ribadito nel saluto conclusivo da mons. Cacucci), l’opportunità o meglio la necessità di celebrare l’anniversario di un’ordinazione episcopale, in unità con tutto il popolo e i confratelli, perché il dono dell’episcopato non è per uno solo, ma è un dono per una comunità che ha a sua volta la responsabilità di sostenere con affetto il proprio pastore.

È in festa dunque tutta la Chiesa di Otranto, che mons. Negro guida dall’inizio del nuovo millennio. È in festa anche la diocesi di Lecce, in cui egli è nato, cresciuto nella vocazione, è stato ordinato sacerdote ed ha svolto il suo primo servizio pastorale. È in festa la Chiesa di Puglia, che lo onora nel ricordo del suo mandato come rettore del Seminario regionale di Molfetta e si stringe attorno a lui quale attuale Presidente della Conferenza episcopale pugliese. È la festa della Chiesa Universale che cammina unita verso una nuova primavera e sa di poter annunciare un’alba nuova, perché ha creduto nell’amore.

 

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