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Fervono i preparativi per il concerto che i tre tenori de “Il Volo” terranno qui a Lecce in Piazza Duomo. Oltre alla prevendita  - che sembra vada a gonfie vele sin dalle prime ore dell’annuncio del concerto del 28 luglio -, nella giornata di ieri si è svolto il sopralluogo degli organizzatori per stabilire misure e posizionamenti di palcoscenico e platea.

Il palco che ospiterà l’orchestra con i tre giovani tenori sarà posizionato davanti al palazzo arcivescovile, accanto all’ingresso centrale della cattedrale, quello con il portone di bronzo. I posti a sedere, considerata la posizione del palco, saranno collocati per tutta la piazza nel pieno rispetto della capienza del sito e delle norme di sicurezza.

Come si ricorderà, la novità della concessione della piazza a “Il Volo” rientra non solo nella volontà dell’arcivescovo Seccia di considerarla come luogo di incontro per il popolo, per la gente, per le persone a condizione che gli eventi siano consoni alla sacralità del capolavoro barocco su cui si affacciano la cattedrale, il palazzo del seminario che ospita anche la curia e lo stesso episcopio; ma l’accoglimento da parte di Seccia della proposta del concerto di Piero Barone, Ignazio Boschetto e Gianluca Ginoble è anche legato alla conoscenza diretta di quest’ultimo, classe ’95, il più giovane del gruppo musicale, di Montepagano nella diocesi di Teramo-Atri che Seccia ha guidato fino a novembre 2017 prima di arrivare nel Salento.

In precedenza abbiamo anche raccontato della celebrazione del sacramento della cresima amministrato nel 2009 da mons. Seccia al piccolo Gianluca. Di quel giorno abbiamo recuperato anche la foto (non in ottime condizioni) nella quale Gianluca indossa un giubbino giallo.

Ma nella memoria dell’arcivescovo spunta un altro ricordo. Nell’agosto del 2017, poche settimane prima della nomina ad arcivescovo di Lecce, ricorrendo il IV centenario della chiesa rurale dedicata alla Madonna della tibia, 1200 metri sopra Crognaleto (sempre nella diocesi di Teramo-Atri), mons. Seccia con i giovani della diocesi volle compiere un pellegrinaggio a piedi in concomitanza con i tradizionali festeggiamenti.

Nell’occasione chiese e ottenne da Gianluca attraverso il suo papà contattato da un sacerdote amico che anch’egli partecipasse al pellegrinaggio dei giovani. Non solo, durante la celebrazione intonò con la sua splendida voce l’inno alla Madonna della tibia.

Qualche mese prima (giugno 2017) Ginoble e mons. Seccia avevano avuto modo di salutarsi un’altra volta proprio in occasione dei funerali del parroco che lo ha visto nascere, lo ha battezzato e che lo ha seguito anche suo percorso di cristiano, lo storico parroco di Montepagano, don Roberto Borghese (in una delle foto della gallery, insieme a Gianluca il giorno della festa di accoglienza in piazza a Montepagano dopo la vittoria a Sanremo con la canzone “Grande amore” nel 2015. In quell’occasione il sacerdote ricordò quando Gianluca cantava in chiesa e quando il vescovo Seccia gli aveva confidato che “quel ragazzino aveva un talento eccezionale con quella sua voce”).

 

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