Castellammare, ex Cirio sulla riconversione mani della camorra. Intercettazioni Greco

Castellammare di Stabia. Il monopolio del clan D’Alessandro in tutti i lavori pubblici e privati, la riconversione dell’area Cirio, il contatto telefonico tra un costruttore già intercettato dall’Antimafia e Adolfo Greco. Sono questi gli elementi che hanno dato il via all’operazione Olimpo, l’inchiesta che mette in discussione i pilastri di un sistema affaristico-criminale che per anni ha tenuto sotto scacco Castellammare.

La necessità d’indagare su cosa si stava muovendo a livello urbanistico nella città stabiese nasce nel 2013. Nel settembre di quell’anno avviene la svolta di un’inchiesta che potrebbe avere nuovi colpi di scena.

L’intercettazione

La data cerchiata in rosso negli atti dell’Antimafia è quella del 3 settembre 2013. Fino a quel giorno, gli investigatori hanno in mano le dichiarazioni del pentito Salvatore Belviso, che ha spiegato come il settore delle costruzioni rappresenti una delle principali fonti di finanziamento del clan D’Alessandro. Il collaboratore di giustizia fa in particolare i nomi di due costruttori (uno è Liberato Paturzo arrestato nell’ambito dell’operazione Olimpo, l’altro viene citato negli atti ma non è destinatario di misure cautelari) che sarebbero alle dipendenze di Scanzano. I magistrati dispongono intercettazioni sulle loro utenze telefoniche.

Il 3 settembre 2013 è la data della svolta, perché l’imprenditore citato più volte negli atti dell’inchiesta Olimpo chiama Adolfo Greco e gli chiede esplicitamente se sono cominciati i lavori all’interno della Cirio «perché loro vogliono saperlo ». Il riferimento, secondo gli investigatori, è al clan D’Alessandro. In quei giorni all’interno della vecchia fabbrica di via Napoli sono in corso lavori di bonifica ordinati dal comune per il rischio amianto, come ricorda lo stesso Greco nel corso della telefonata. Ma evidentemente il clan crede che siano in corso i lavori di riconversione dell’area, così chiede all’imprenditore di informarsi. Lo stessa persona che è considerata alla stregua di un intermediario tra la camorra e Greco, viene contattata anche da Liberato Paturzo poco prima della telefonata al re del latte. Secondo gli investigatori, che ritengo- no Paturzo un riferimento di Scanzano, anche per le rivelazioni già fornite da Salvatore Belviso, sarebbe l’ennesima prova dell’interesse del clan D’Alessandro sulla riconversione dell’area Cirio.

Quel 3 settembre 2013, di fatto, segna la svolta nell’inchiesta Olimpo. L’Antimafia sulla scorta delle prove acquisite chiede e ottiene la possibilità di intercettare Adolfo Greco. Lo stesso Belviso, ascoltato nuovamente dai magistrati, conferma l’interesse del clan sull’area Cirio, spiegando che lui stesso prima di essere arrestato aveva manifestato al boss Vincenzo D’Alessandro la possibilità di avere in gestione il parcheggio. Il collaboratore di giustizia racconta di sapere che nell’ex fabbrica dev’essere realizzato un centro commerciale e che D’Alessandro gli aveva riferito di parlare dei suoi progetti a Paolo Carolei, ritenuto dagli investigatori la persona più vicina a Greco.

Pezzo dopo pezzo, cominciando a indagare sulle ingerenze della criminalità organizzata sulla riconversione dell’area Cirio – da quanto emergerà in seguito anche il clan Cesarano pregustava l’idea di inserirsi nell’affare – viene svelato il sistema d’estorsioni venuto alla luce con l’operazione messa a segno dagli investigatori lo scorso 5 dicembre. Il primo capitolo di un libro, che potrebbe provocare nuovi scossoni.

L’inchiesta

L’OPERAZIONE OLIMPO

Le indagini condotte dalla Procura Antimafia hanno permesso di portare alla luce un sistema diffuso di estorsioni che coinvolgeva ben 4 clan tra Pompei, Castellammare di Stabia e i Monti Lattari. L’accusa ha provato anche l’intermediazione di alcuni imprenditori vessati e pronti a dialogare con la criminalità organizzata.

L’INTERCETTAZIONE MADRE

Dopo le rivelazioni del pentito Salvatore Belviso a dare il via all’inchiesta Olimpo è stata l’intercettazione tra un costruttore in odore di camorra e l’imprenditore Adolfo Greco, durante la quale il primo chiedeva informazioni sulla riconversione dell’area ex Cirio.
Fonte Tiziano Valle, Metropolis

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