L’INDAGINE
Incendio domato. Ora il colpevole
Duecento ettari di bosco distrutti: chi ha scatenato l’inferno?
Le fiamme sono domate. Ad aprirsi è il fonte delle indagini.
Verso le 11 di ieri mattina, sabato 5 gennaio, il dos, cioè il direttore delle operazioni di spegnimento Dario Bevilacqua, atterra al campo base, nel pratone di San Gemolo, nel territorio di Valganna, e si dirige a stringere la mano al presidente della Regione Lombardia.
«La situazione è sotto controllo, ce l’abbiamo fatta», dice il dos. La giornata sarà ancora lunga e costellata di emergenze e attenzione, ma il più è stato compiuto. In quel momento arrivano anche i mezzi dall’Alpe Cuseglio, dove gli abitanti sono stati evacuati. Al governatore Attilio Fontana viene annunciato dal tenente colonnello Antonio Barlucchi che da Roma sono in arrivo altri dieci uomini, oltre a quelli già al lavoro nelle scorse ore per rinforzare le indagini sul fronte delle cause del rogo che ha colpito la Martica (e parte dei militari sarà impiegato anche nelle indagini degli altri incendi che hanno colpito la Lombardia).
OPERAZIONI CONCLUSE
È proseguito tutta la notte il lavoro degli operatori. L’abitato dell’Alpe Cuseglio è stato presidiato da una squadra di vigili del fuoco, che durante la nottata ha spento alcune ceppaie. Mentre alcuni volontari A.I.B hanno monitorato la situazione nella zona boschiva. Gli specialisti del nucleo S.A.P.R. (Sistemi Aeromobili a Pilotaggio Remoto) dei vigili del fuoco, hanno effettuato degli ulteriori sorvoli con i droni, grazie alle immagini acquisite con telecamera termica (dispositivo che permette di convertire in immagini, le differenze di temperature emesse dagli oggetti) è stato possibile escludere particolari problematiche. Questa mattina si è svolto un briefing al campo base di San Gemolo tra tutti gli enti e il D.O.S. (Direttore Operazioni di Spegnimento). Nella giornata odierna è prevista la chiusura delle operazioni.
CACCIA AL PIROMANE
A Varese le indagini sono cominciate subito, anche se l’attenzione di tutti si concentra, come è inevitabile sul perché e per mano di chi, quando si è raggiunto il primo risultato di messa in sicurezza, di dominio del fuoco. E cioè solo ieri.
Le indagini del gruppo carabinieri forestale sono in corso. Non emerge alcun dettaglio dagli inquirenti. Si sa di contatti serrati tra i carabinieri forestali e la Procura della Repubblica di Varese, coordinata da Daniela Borgonovo.
Si sa di questa iniezione di nuovi militari dell’Arma esperti nella tutela del patrimonio ambientale. Si sa di indagini per dare un volto a chi ha appiccato il fuoco. Perché una cosa è certa: l’autocombustione non esiste e il rogo partito da sopra la zona della Motta Rossa è stato causato da qualcuno. Senza la volontà, forse, di creare un danno ambientale, alla comunità e all’economia montana, immenso.
Senza la volontà di fare bruciare la Martica: le fiamme, alla fine, hanno portato via circa 200 ettari di bosco e sono scoppiate sopra la Motta Rossa, nel comune di Varese, per poi scollinare in Valganna.
Seppure colposo, cioè non voluto, come si è subito ipotizzato nelle ore successive all’incendio scoppiato nel tardo pomeriggio del 3 gennaio, gli inquirenti lavorano alla ricerca di chi ha innescato questo ennesimo inferno di fuoco.
UN ESERCITO IN CAMPO
L’attacco è stato dal cielo e da terra, con momenti nei quali hanno lavorato 140 uomini e vari canadair ed elicotteri.
«Nel primo pomeriggio, per un’ora e mezzo, sono stati impegnati in tutto sette velivoli, poiché sono giunti anche quelli utilizzati in altre zone lombarde coinvolte dai roghi», spiega il dos Bevilacqua. Un centinaio i lanci. L’attività di bonifica, compiuta a piedi dagli uomini è stata immensa ed è durata fino a sera, per riprendere questa mattina e - come detto - per concludersi entro stasera.
Notte di presidio, con alcune decine di uomini a disposizione lungo la Statale 233, con gli operatori dell’Antincendio boschivo e uomini e mezzi a controllare l’Alpe Cuseglio. I vigili del fuoco, sotto il comando di Antonio Albanese, hanno operato con computer e cartine senza sosta per identificare quelli che gli esperti chiamano hot spot, cioè i punti caldi dai quali sale il fumo che ancora ieri sera si potevano intravedere sulla Martica ma che non dovrebbero “ripartire” in incendio, poiché attorno tutto il materiale combustibile è stato eliminato.
All’opera anche gli specialisti del nucleo Sistemi aeromobili e pilotaggio remoto dei vigili del fuoco, con due droni di cui uno dotato di telecamera. Il fronte del fuoco, venerdì sera era in totale di cinque chilometri, diviso in due parti, ieri mattina, prima di essere domato, di un chilometro e mezzo, da sopra l’Alpe Cuseglio fino alla zona delle miniere della Valganna.
Nella centrale operativa, al lavoro il personale della Croce Rossa, coordinato da Luca Santopolo, con computer e radio per dare supporto a volontari e vigili del fuoco nelle difficili operazioni di coordinamento.
Sul posto, oltre al presidente della Regione Fontana, sono arrivati anche l’assessore regionale Raffaele Cattaneo, il consigliere lombardo Giacomo Cosentino, i dirigenti del Parco del Campo dei Fiori.
Il consigliere regionale Samuele Astuti ha fatto sapere che «in Consiglio chiediamo interventi immediati alla giunta regionale per supportare dal punto di vista finanziario le iniziative necessarie».
E sottolinea che «una volta individuati i responsabili, andranno applicate pene esemplari».
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