IL DRAMMA
Pedofilia, un ragazzo contro tutti
Vittima degli abusi di padre e zio condannati nel 2009. Ora processo al patrigno
Una storia a cui si fa fatica a credere. È quella di un ventenne che ha trascorso diciannove di quegli anni in preda ai pedofili.
Come se avesse un destino segnato, che lo perseguita e da cui nessuno riesce a difenderlo. L’altro giorno, giovedì 24 gennaio, il giovane si è costituito parte civile, all’udienza preliminare davanti al gup Piera Bossi, con il patrocinio dell’avvocato Katia Broggini.
Imputato è l’attuale compagno della madre, un cinquantatreenne da cui la donna ha avuto un altro figlio.
L’uomo, assistito dall’avvocato Egon Bianchi, ha scelto il rito abbreviato che si discuterà a settembre. Il cinquantatreenne - se le accuse dovessero essere dimostrate e confermate - è solo l’ultimo anello di una catena di abusi inverosimili.
I primi a finire davanti al giudice, ormai dieci anni fa, furono il padre naturale e lo zio. Il ragazzo era un bambino di pochissimi anni, sua sorella era un po’ più grande di lui.
A quanto pare i due piccoli venivano usati per soddisfare le pulsioni malate del fratello di papà, che per quei rapporti raccapriccianti addirittura pagava il genitore.
Gli episodi sarebbero durati dal 1999 al 2006. Al termine del processo il padre fu condannato a dieci anni per sfruttamento della prostituzione minorile, aggravata ovviamente dal legame di sangue. Lo zio ne prese invece sedici per violenza sessuale sui nipotini. Le sentenze sono diventate definitive.
Dubbi non ne aveva neppure la mamma, tanto che si costituì parte civile contro l’ormai ex marito e con lei si costituì anche il nuovo compagno, da cui nel frattempo si era trasferita con i figli di primo letto.
Il cinquantatreenne avrebbe poi molestato sessualmente il figlio della compagna dal 2011 al 2016, quindi quando ancora era minorenne.
Questa volta però il giovane sarà solo nella sua battaglia, perché la madre non ha mai creduto a una sola delle sue parole.
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