IL CASO
Insoluti, il Comune batte cassa
Mancano all’appello un milione e 200 mila euro: multe e tributi non pagati
Giustizia sociale e le sue mille facce: così si potrebbe riassumere un tema, anzi un problema, che investe anche la città. Un tema con il quale, purtroppo, fanno i conti (anzi: non riescono, in molti casi, a far tornare i conti) le amministrazioni comunali. Si tratta dei cosiddetti “insoluti” cioè i mancati introiti dalle entrate tributarie piuttosto che dal mancato pagamento delle violazioni al codice della strada. Cifra impressionante e che spesso sfugge alla quotidianità. In termini assoluti, spiegano dal municipio, stiamo parlando mediamente di circa un milione e 200mila euro all’anno di mancati introiti solo per queste 4 tipologie di entrata: Imu, Tasi, Tari (Tassa rifiuti) e sanzioni derivando dal mancato rispetto delle norme contenuto nel codice della strada. Le percentuali relative agli insoluti delle principali entrate tributarie comunali e dei proventi derivanti dalle sanzioni per le violazioni al Codice della Strada (CDS) dimostrano quale sia il punto di una situazione non più sostenibile: «Si tratta di cifre – spiega l’assessore al bilancio Marinella Colombo – accumulate nel corso degli anni. Siamo però alla svolta: insieme con una società specializzata nel recupero di queste somme vogliamo mandare un segnale forte e chiaro a coloro che si devono mettere in regola». Il segnale forte, secondo quando emerge dalle parole della stessa Colombo, significa arrivare, se vi fosse bisogno, al pignoramento di beni per saldare i debiti contratti con la pubblica amministrazione.
Il calcolo di quanto il Comune dovrebbe incassare è stato fatto prendendo come riferimento il triennio 2016/2018. Per quanto riguarda l’Imu la percentuale media di denaro non riscosso tocca il 16,54%. Percentuale consistente anche per la Tasi: la media di non riscosso è del 18,70% mentre per la Tari, la Tassa dei rifiuti, la percentuale media di non riscosso è del 16,74%. L’impennata arriva quando si parla delle sanzioni al codice della strada in quanto la percentuale media di non riscosso arriva fino al 35,18%, in questo caso vanificando anche il lavoro della Polizia locale perché multare, in questi casi, significa garantire la sicurezza della comunità.
Insomma un quadro che fa davvero riflettere, considerando che le percentuali sopra riportate si riferiscono al dato risultante prima dell’inizio delle attività di recupero (riscossione coattiva). In questi ultimi due anni l’Ente ha molto investito sull’attività di recupero dell’evasione, effettuando, anche con l’ausilio di concessionari per la riscossione, controlli massivi che possono creare anche disagi. E’ vero che, come ha segnalato qualcuno, gli Uffici comunali preposti possono anche commettere qualche errore o inesattezza, ma si rendono davvero necessari per tutelare l’equità.
E questo non è un aspetto da trascurare: «Dobbiamo pensare – conclude l’assessore Colombo – che certe decisioni sono una questione di giustizia verso chi paga regolarmente tasse, tariffe e multe. E voglio anche sottolineare che se tutti facessero il loro dovere si potrebbe agire sulla leva fiscale e abbassare le tariffe». E cioè chi non paga fa un doppio danno: agli altri e a sè stesso.
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