IL DEGRADO
Una discarica sul confine
Rifiuti abbandonati sul piazzale della dogana. «Sono anche gli svizzeri»
Pasta cotta, spazzatura come fosse la pattumiera di casa, ma anche rifiuti chimici lasciati nei bidoncini originali, oggetti di scarto e quant’altro si getta via senza troppa cura e soprattutto senza pensare a differenziare ogni prodotto nel posto giusto. Piuttosto, una vera e propria discarica (non autorizzata) transfrontaliera.
Di tutto un po’, c’era l’altro giorno, venerdì 14 dicembre, nel piazzale della dogana di Gaggiolo, quello dove sostano i tir.
Prontamente questa presenza è stata segnalata da uno dei circa trecento associati di “Vivere Gaggiolo”, il sodalizio che riunisce praticamente tutte le famiglie della frazione di Cantello.
«Chi ha notato i rifiuti si è pure preso la briga di aprire uno dei sacchi - spiega il segretario dell’associazioe, Valerio Ostinelli - C’era davvero di tutto, dalla pasta cucinata al rifiuto chimico, smaltito non correttamente perché era stato abbandonato nel piazzale come spazzatura qualsiasi, ancora nel contenitore che in origine conteneva il prodotto».
Non è la prima volta che il gruppo nota e segnala la presenza di rifiuti nel piazzale. Lo aveva fatto anche un paio d’anni fa, sollecitando al ritiro la Provincia (il piazzale è di sua proprietà).
«Allora intervenne il Comune, che mandò uno stradino ad occuparsene e a ripulire non i cassoni più grandi ma i contenitori più piccoli - ricorda Ostinelli - La situazione di oggi è tale e quale quella denunciata allora. E il fatto che ci siano anche scarti provenienti da imprese elvetiche ci fa pensare: troppo facile passare la frontiera e disfarsi dei rifiuti in Italia».
Che si tratti pure di spazzatura proveniente dalla parte opposta della frontiera è facile accertarlo: è contenuta, come mostrano gli esponenti di Vivere Gaggiolo, in sacchetti della capacità di 35 litri. «In Svizzera si comprano in stock da 10 per 40 franchi, una cifra volutamente alta per scongiurare il più possibile lo spreco e quindi produrre meno spazzatura. - dice Ostinelli - L’Aspem non dovrebbe ritirarli neppure, perché sono certo che gli svizzeri farebbero così con i rifiuti abbandonati dagli italiani».
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