Mattarella in Calabria ricorda Antonio Gramsci, protagonista della storia del Paese e della sua unità (3)

A San Demetrio Corone il Presidente della Repubblica ricorda anche la vita e l’impegno politico di Antonio Gramsci.

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Mercoledì 07 Novembre 2018
Roma - 07 nov 2018 (Prima Pagina News)

A San Demetrio Corone il Presidente della Repubblica ricorda anche la vita e l’impegno politico di Antonio Gramsci.

A San Demetrio Corone il Presidente della Repubblica ricorda anche la vita e l’impegno politico di Antonio Gramsci. Dice così il Capo dello Stato: “Di origini arbëreshe erano anche Francesco Crispi e Antonio Gramsci, protagonisti della storia del nostro Paese e del cammino di costruzione della sua unità, della sua identità. L’ardente attaccamento dei discendenti albanesi alla “nuova patria” pose in stretta, indissolubile connessione le vicende storiche dell’Albania e dell’Italia. Un intreccio che portò il poeta Zep Serembe a scrivere che “il grande prode in camicia rossa eguaglia il nostro Skanderbeg”. L’eroe nazionale albanese è stato più volte definito “il Garibaldi d’Albania”.Un accostamento che rende questa commemorazione ancor più densa di significato. Come Garibaldi per l’Italia, Skanderbeg non fu, infatti soltanto il protagonista dell’unità albanese, ma divenne, nel tempo, il simbolo dell’orgoglio nazionale”. Per il Presidente Mattarella Giorgio Castriota Skanderberg rimane “Un simbolo nel quale tutto il “popolo delle Aquile” si identifica, anche fuori dai confini albanesi. Egli difese strenuamente principi e valori che conservano oggi stringente attualità: l’accettazione della diversità, e il rispetto delle identità dei singoli, come punto di partenza per l’edificazione di un’identità nazionale che trascende e include, valorizzandole, le specificità di ciascuno”. Mattarella lo ricorda con grande senso di partecipazione: “Le sue stesse origini, da genitori di diversa confessione religiosa e la sua esperienza da ragazzo cresciuto musulmano riconvertitosi al cattolicesimo, a capo di un esercito multietnico e pluriconfessionale, Skanderbeg seppe incarnare il superiore interesse comune che comprende e riassume appartenenze etniche o confessionali”. E aggiunge: “La sua figura ci trasmette un messaggio di straordinaria importanza, non soltanto per l’Albania – Paese multiculturale e multireligioso nel quale, secondo il poeta Vaso Pasha, l’unica fede è “l’albanesità” – ma anche per l’Italia, per i Balcani e per l’intero continente europeo”. Il Presidente non ha dubbi e dice :”L’eredità più autentica e attuale che questo abile e sensibile stratega, diplomatico e politico, ci ha lasciato è la promozione di un modello statuale che coniuga e sa contemperare le differenze. Un messaggio che aiuta ad orientarci e agire in un’epoca nella quale sembrano moltiplicarsi e prevalere artificialmente le tensioni, l’esacerbarsi degli scontri, l’enfatizzazione delle differenze, il miope innalzamento di barriere ideologiche e identitarie che presuppongono una contrapposizione permanente con “l’altro”.Del messaggio di Skanderbeg gli arbëreshe si sono fatti, nei secoli, testimoni e promotori. La diaspora albanese, che nell’eroe nazionale identificò il collante della condizione di “popolo in fuga”, è riuscita a mantenere vivo il legame con la patria d’origine, in maniera costante, profonda, integrandosi pacificamente ed efficacemente in varie zone d’Italia”. B.N.


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