Vaticano, Papa Francesco “ Auguro al popolo d’Albania uno sviluppo che eviti nuove migrazioni” (2)

Rivolgendosi ai diplomatici arrivati in Vaticano da Tirana, Papa Francesco sottolinea come “Dopo la morte dell’eroe e l’invasione dell’Albania, molti albanesi preferirono emigrare e numerosi si stabilirono in Italia.

(Prima Pagina News)
Mercoledì 21 Novembre 2018
Roma - 21 nov 2018 (Prima Pagina News)

Rivolgendosi ai diplomatici arrivati in Vaticano da Tirana, Papa Francesco sottolinea come “Dopo la morte dell’eroe e l’invasione dell’Albania, molti albanesi preferirono emigrare e numerosi si stabilirono in Italia.

Rivolgendosi ai diplomatici arrivati in Vaticano da Tirana, Papa Francesco sottolinea come “Dopo la morte dell’eroe e l’invasione dell’Albania, molti albanesi preferirono emigrare e numerosi si stabilirono in Italia, nel centro della penisola e nel meridione, specialmente in Calabria e in Sicilia, dando origine alle Circoscrizioni ecclesiastiche albanesi di Lungro, Piana degli Albanesi e Grottaferrata”. L’occasione è ideale per il Santo Padre per rinnovare il suo antico affetto verso queste etnie: “La presenza oggi a questo incontro di un gruppo di arberesh, ossia degli italo-albanesi, con le loro tradizioni ed espressioni linguistiche tramandate da secoli, ci porta con l’immaginazione all’atmosfera dell’Albania di Skanderbeg, e conferma che l’eroe albanese rimane un valido ponte per il mantenimento di fruttuosi legami degli arberesh con la loro terra d’origine”. Meravigliose le parole del Papa: “In ragione del particolare significato della figura e della complessiva opera compiuta da Giorgio Skanderbeg, ben si comprende che l’Albania abbia voluto proclamare il presente anno “Anno Nazionale di Skanderbeg”. Auspico vivamente – aggiunge Papa Francesco- che questa ricorrenza non si limiti alla celebrazione della gloria della gesta passate, ma sia per l’Albania anche l’occasione propizia per un rinnovato impegno di tutti, istituzioni e cittadini, a favore di un autentico ed equilibrato sviluppo, in modo che le giovani generazioni non siano poste nella condizione di scegliere l’emigrazione, indebolendo il Paese di forze e di competenze indispensabili alla sua crescita umana e civile. Per il Pontefice “La corale azione di tutti in vista di questo obiettivo si rivelerà il miglior modo di incarnare nel tempo presente l’amor di Patria, che animò a suo tempo Giorgio Castriota Skanderbeg. Egli, interpretando al meglio il carattere e le tradizioni del vostro popolo, ne ha validamente espresso l’albanesità, termine utilizzato dallo scrittore del XIX° secolo Pashko Vasa per indicare l’identità spirituale che univa tutti gli albanesi al di là delle distinzioni di carattere religioso”. Non ha dubbi Papa Francesco e aggiunge che questo convincimento diede impulso in Albania alla pacifica convivenza tra persone appartenenti a religioni diverse, divenuta col tempo collaborazione e fraternità. Ne vediamo l'esempio qui. Come ho avuto modo di affermare in occasione della mia visita in Albania, -ripete più volte il Santo Padre- «il clima di rispetto e fiducia reciproca tra cattolici, ortodossi e musulmani è un bene prezioso per il Paese e acquista un rilievo speciale in questo nostro tempo» Esso mostra che la pacifica convivenza tra cittadini appartenenti a religioni diverse è una strada concretamente percorribile che produce armonia e libera le migliori forze e la creatività di un intero popolo, trasformando la semplice convivenza in vera collaborazione e fratellanza. Papa Francesco conclude poi il suo discorso ai figli d’Albania ricordando che “La buona disposizione a considerare le differenze come occasione di dialogo e di reciproca stima e conoscenza, favorisce inoltre lo sviluppo di cammini spirituali autentici e diventa un valido esempio a cui guardare con vero interesse per costruire una pace duratura, fondata sul rispetto della dignità della persona umana”. Per la terra d’Albania e per i tanti figli d’Albania sparsi oggi in Italia, è stata una serata davvero indimenticabile. Il prossimo appuntamento con loro Papa Francesco lo ha già preannunciato, i primi di maggio del 2019, quando nella Sala Nervi riceverà in pompa magna gli albanesi di Calabria e che l’Eparca di Lungro Mons. Donato Oliverio accompagnerà personalmente in Vaticano per una giornata storica, perché dopo il Papa gli Albanesi di Calabria avranno anche modo di incontrare e salutare il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. La macchina organizzativa è già in movimento- anticipa l’Eparca di Lungro- perché vogliamo portare al Santo Padre qui in vaticano il respiro della nostra gente d’Arberia. (2-Fine) Maurizio Pizzuto


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