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Musica, drag queen e provocazioni: “Bigotti”. Più di tremila persone al Molise Pride: “Per i diritti di tutti” fotogallery

Oltre tremila partecipanti al primo Molise Pride che si è svolto a Campobasso. Madrina dell'evento una scatenatissima Vladimir Luxuria: tra provocazioni, musica a tutto volume e messaggi contro l'omofobia la sfilata si è svolta in modo ordinato e senza contestazioni.

Il primo Molise pride è stata una festa che in regione non si era mai vista. Circa tremila persone – anche di più per gli organizzatori, che parlano di cinquemila presenze – nel pomeriggio di oggi, sabato 28 luglio, sono scese in piazza e per le strade “per difendere i diritti di tutti e non solo i nostri” come ha detto Luce Visco, una delle donne simbolo della sfilata arcobaleno.

I numeri, come ogni volta che bisogna fare la conta, non sono mai gli stessi tra forze dell’ordine e chi organizza: nel corteo saranno stati millecinquecento al massimo, sommati ad altrettanti e forse anche di più che guardavano dai marciapiedi e che hanno preso parte alla sfilata in qualche punto del percorso.

Ad ogni modo un successo inaspettato. 

La musica anni novanta, le coroncine da figli dei fiori, le ghirlande al collo hawaiane, bandiere multicolori e soprattutto molta curiosità da parte di chi avrebbe voluto solo buttare un occhio ma ha finito per farsi coinvolgere dal clima spensierato della giornata che ha avuto come madrina una scatenatissima Vladimir Luxuria.

La ex parlamentare, dalla motrice del camion sul quale prima di lei aveva parlato il sindaco di Campobasso, Antonio Battista, ha ringraziato Luce “per aver portato il Pride dopo tre anni di lavoro in Molise” e sdrammatizzato sulle minacce ricevute in questi giorni che hanno preceduto l’evento.

“È esplosa la bomba, sì, la bomba dell’allegria – ha urlato ai presenti – cari bigotti preoccupatevi di voi non per noi – ha detto ancora riferendosi ai cattolici e alle loro messe di riparazione per quella che, in fin dei conti, è stata una manifestazione molto più sobria di come ci si immaginava.

“Non ho notato neppure un uomo in perizoma –  ha commentato qualcuno dai bordi dei marciapiedi – ho lasciato le mie figlie a casa e invece avrei potuto farle partecipare. In fondo è vero quello che ha detto Luxuria prima, anche a Campobasso le cose si possono fare e si può vivere liberamente la sessualità senza tante rotture di scatole”.

Strappando applausi e baci per il primo di una serie di interventi urlati a squarciagola al microfono dalla madrina la festa è iniziata puntualissima alle 17 da Piazza Cuoco dove c‘era anche il governatore del Molise Donato Toma. La Regione Molise, a differenza del Comune, non ha concesso il patrocinio gratuito “ma sono qui ugualmente perché – parafrasando Voltaire – sono pronto a battermi fino al prezzo della mia vita perché tu, la tua idea, possa esprimerla liberamente”.

Ha seguito la parata fino all’arrivo in Piazzetta invece il deputato campobassano Antonio Federico assieme alla moglie e all’amico, nonché consigliere comunale sempre del M5S, Luca Praitano. Nella folla la maggior parte erano ragazzi giovani non solo quelli vicini all’Arcigay ma anche della scena ‘underground’ regionale. E poi gli attori Giorgio Careccia e l’attore di Hollywood Marton Csokas (la compagna è campobassana). Tante anche le sigle politiche che hanno aderito e rappresentate da vari segretari e attivisti (da Potere al Popolo a Rifondazione, dal Pci al Pd con la consigliera regionale Micaela Fanelli).

sindaco battista molise pride

Ad animare la giornata c’erano anche due drag queen, Nadia Girardi, ex presidente di Arcigay Basilicata, ideatrice del primo Potenza Pride e Ivana Tram che è stata in consolle e ha presentato un suo pezzo musicale in anteprima nel capoluogo molisano. Provocatrici di professione hanno dato ‘filo da torcere’ alle signore in finestra: “Butta la pasta che stasera veniamo tutti da te a cena”.

molise pride

Ma a parte tutto il colore e i pungoli alla città che guardava da lontano, il clima festaiolo ha piacevolmente sorpreso anche i più scettici: “Ormai lo dobbiamo accettare” mormoravano i più restii col sorriso per questa baldoria di fine luglio.

“Campobasso – hanno detto gli organizzatori – ha dimostrato di non essere omofoba e che, insieme alle istituzioni, è necessario intraprendere un percorso concreto contro l’omofobia. Oggi Campobasso e il Molise hanno dimostrato di essere motivo d’orgoglio in tutta Italia, una città e una Regione che non escludono”: questo il messaggio conclusivo dell’Arcigay Molise per ricordare che nessuno deve più scappare da questa Regione per omofobia.

 

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