#copredelascunzulatavecchia

Ezechiele lupo, piste ciclabili e sottosegretario “du is meglie che uan”

La palestra antismsica crollata, le piste ciclabili di Campobasso e i due sottogretari della Regione Molise.

Praticamente un viaggio tra i miei pensieri, viaggio che ora gli eruditi chiamano “brainstorming”. A dire il vero il brainstorming si fa in più perone per far incontrare i pensieri e le idee ed arrivare ad una conclusione. Almeno si spera. Il bainstorming, almeno come nome fu coniato del USA intorno agli anni trenta. Da noi è arrivato nel 2000, ma sappiamo come funzionano le vie di comunicazione.

Voglio iniziare con il ricordare, ma non ce n’è alcun bisogno, la favola dei tre porcellini. Costruirono tre case, una di paglia, un giorno per la costruzione, una di legno, due giorni per la costruzione, una di mattoni, un mese per la costruzione. Mentre l’ultimo porcellino continuava a lavorare gli altri due si sollazzavano. Pronte le case arrivò Ezechiele lupo e soffiò sulla casa di paglia, facendola volare via, il porcellino si rifugiò dal fratello con la casa di legno. Ezechiele due soffi e fece volare la baita. I porcellini si rifugiarono dall’ultimo fratello ed Ezechiele si spompò a furia di soffiare e rinunciò a catturare i porcellini in quanto non riusciva ad abbattere la casa.

Forse, ma dico solo forse, a Casacalenda la favola dei tre porcellini non era arrivata quando fu progettata e poi realizzata la palestra volata a terra con un “soffio” non di Ezechiele ma del dio Eolo. I romani lo adoravano, i progettisti della scuola di Casacalenda non lo conoscevano. Forse, dico forse, perché la magistratura ha aperto un’indagine e alla fine sapremo se avevano o meno studiato la mitologia romana prima di costruire quelle enormi pareti fatte solo di mattoni. Io non sono nemmeno muratore, figuriamoci se potessi fare il progettista. Chi vivrà vedrà e chi no, no!

In attesa di sapere/scoprire perché è caduta la palestra, andiamo avanti a cercare di capire quello che succede in giro. Capire solo per capire non certo per criticare. Io, per esempio, ero convinto che Campobasso fosse una città di montagna e quindi con salite e discese, d’altra parte anche Termoli che è città di mare ha salite e discese. In Molise siamo sfortunati, non c’è dubbio. Le discese sono piacevoli, almeno non creano problemi eccessivi, le salite non sono tanto piacevoli da affrontare a piedi, ma soprattutto in bicicletta. Ecco il punto: la bicicletta. Per la bicicletta sono consigliabili le piste ciclabili per  non far passare i ciclisti in mezzo al traffico e cercare di non far aumentare la spesa sanitaria in ortopedia. D’accordissimo. Ma, penso come ogni cosa fatta per bene, bisogna prima studiare e poi trovare la soluzione al problema. Seguire la legge della domanda e dell’offerta, bisogna offrire il servizio dopo aver constatata l’effettiva necessità, il vero bisogno della popolazione. È stato fatto un censimento, ma almeno una rilevazione per capire se i “campobassesi” si muovono in bicicletta e quanto si muovono? Sono stati considerati i volumi di traffico campobassano, traffico che si concentra alle otto ed alle13,30, in concomitanza dell’ingresso e dell’uscita degli alunni da scuola? È stato fatto un censimento per capire quante bici a pedalata assistita ci sono  Campobasso, giusto per capire se valeva o meno la pena fare la pista ciclabile? Mi si risponderà che erano soldi che se non utilizzati tornavano indietro? Beh, è successo già una volta.

Per non far tornare indietro dei fondi europei furono disegnate piste ciclabili su tutta la rete viaria campobassana. Di colpo Campobasso arrivò ad avere più piste ciclabili di Reggio Emilia (la città più “ciclabile” d’Italia con oltre 190 chilometri) furono acquistate bici che erano talmente pesanti che nemmeno Alfredo Binda o Costante Girardengo le avrebbero preferite alle loro bici dei primi del novecento. Staremo a vedere. Speriamo solo che, tra le altre cose, i delimitatori della pista ciclabile, per adesso, in via Manzoni, non finiscano sotto le lame degli spazzaneve. Ma oramai non nevica più.

Altro argomento.

L’altro giorno un mo amico, direttore commerciale di una grossa azienda, mi ha raccontato di un suo collega direttore in altra azienda che era riuscito nel 2023 ad incrementare il fatturato del 15%. L’azienda, per “ringraziarlo” gli ha chiesto un altro 10% in questi ultimi mesi del 2023. In pratica questa persona in due mesi e mezzo dovrà incrementare le vendite del 66% di quello fatto dall’inizio del 2023. Se non dovesse riuscirci probabilmente nel 2024 dovrà cercarsi un nuovo lavoro.

Cosa c’entra questo non tutto il Molise? Eccomi a spiegare.

Il Presidente Roberti ha ipotizzato un secondo sottosegretario. Un sottosegretario che debba lavorare sul deficit sanitario e debba fare solo quello? Staremo a vedere. Intanto bisognerà fare una variazione allo Statuto. Bisognerà cambiare la legge. A proposito di cambiare la legge torna alla memoria un aneddoto dei primi anni della Regione quando esistevano i CORECO, che io spero ritornino. Un consigliere /assessore regionale  fece un proposta. Il presidente del CORECO ebbe a dire che cozzava contro la legge, intendendo la legge nazionale. Il consigliere/assessore infervorato dalla partecipazione all’assemblea legislativa ebbe a dire: “se va contro la legge, cambiamo la legge”. Fu preso in giro per la sua poca duttilità con il diritto, ma non era tanto “studiato” come i politici di oggi ma forse era meglio. Non lo so ed andiamo avanti.

Il collega del mio amico, il direttore commerciale, se vorrà conservare il posto dovrà fare i salti mortali e raggiungere l’obiettivo In Regione per lavorare, per fare quello per cui si sono candidati, vogliono sempre altri soldi e mai soggetti a rendicontazioni su quello che hanno fatto. Il famoso proverbio arabo: “Cacciare moneta vedere cammello” si ferma al cacciare moneta. Ma è giusto che sia così. Ve l’immaginate un cammello sulle montagne molisane? Soffrirebbe in maniera assurda. Meglio non “vedere cammello”, importante è cacciata moneta.

Scusate se mi sono dilungato assai, ma mi premeva sottolineare queste cose tra noi poveri e comuni mortali. Se poi qualche potente dovesse leggere questo scritto spero  on ci trovi errori di ortografia. Solo quello.

Grazie della pazienza e, come sempre, con affetto e stima: statevi arrivederci.

Franco di Biase

 

commenta