Passano i giorni, ma non si spengono le polemiche dopo gli scontri dell’altra sera tra alcuni militanti baresi di Casapound ed alcuni manifestanti dopo la manifestazione del movimento “Mai con Salvini”.
Storie diverse tra di loro che si sono accavallate, accuse di premeditazione e di aver organizzato tutto, interviste e tavoli fuori dall’ospedale, e ieri sera una partecipata manifestazione “antifascista” ed “antirazzista” con bandiere di partiti, sindacati e militanti di sinistra (e non solo).
Quest’oggi, con un lungo post su Facebook, Casapound Bari dice la sua versione dei fatti e cerca di spiegare come sono andate le cose l’altra sera.
“Esistono dati oggettivi – si legge nel post – che non solo smentiscono le accuse dei movimenti antagonisti ma, al contrario, dimostrano in che contesto si sono svolti i fatti e accendono un faro sulla premeditazione dell’aggressione”.
Nel post si racconta di come le intenzioni di assaltare la sede di Casapound di Bari erano presenti fin dal giorno in cui c’è stata la presenza di Matteo Salvini a Bari (13 settembre), prima del vero e proprio incontro/scontro del 21 settembre.
Secondo gli esponenti di Casapound sarebbero stati gli esponenti antagonisti ad avere (come anche evidenziato in alcuni servizi fotografici) “aste di bandiera, megafoni, caschi e grosse catene” mentre “dei passeggini e delle mamme in fuga non c’è traccia, così come di armi bianche, bastoni e tirapugni che i militanti di Cpi avrebbero usato, secondo quanto riferito dalla Forenza“.
