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Cingoli - Apiro

CINGOLI Don Decio Cipolloni torna direttore dell’Appennino Camerte

Il sacerdote cingolano rientra alla direzione del periodico di Camerino e San Severino a distanza di 11 anni per un mandato “di emergenza”

CINGOLI, 21 settembre 2021 – Mons. Decio Cipolloni è il nuovo direttore del periodico “L’Appennino Camerte. Nell’ultimo numero del giornale dell’Arcidiocesi di Camerino-San Severino Marche, infatti, un editoriale del sacerdote cingolano ha annunciato il ritorno alla direzione a distanza di 11 anni.

Nato a Cingoli il 7 dicembre 1940, decimo di dieci fratelli, don Decio è attualmente collaboratore della chiesa di Santa Maria in Sassia a Roma, a due passi dal Vaticano, e assistente ecclesiastico della sezione Unitalsi di Camerino e San Severino Marche. È stato vicario generale della Prelatura di Loreto dal 2008 al 2016 e assistente spirituale della facoltà di medicina dell’Università Cattolica del Sacro Cuore dal 2000 al 2008, oltre a essere stato vice assistente e assistente nazionale dell’Unitalsi negli anni Novanta.

Nonostante i suoi molteplici impegni, non ha mai reciso il cordone ombelicale dalla sua Cingoli e in particolare dalla frazione di Moscosi, dove è cresciuto insieme ai nove fratelli: spesso si vede sul “Balcone” a far visita a familiari e a incontrare la comunità cristiana cingolana nelle messe domenicali.

Giornalista pubblicista dal 2000, è già stato direttore responsabile dell’Appennino Camerte dal 2003 al 2010. Ha raccolto i suoi editoriali nel periodico in alcuni libri, tra cui “Non l’ho visto, ma l’ho incontrato” edito da Shalom.

L’arcivescovo di Camerino e San Severino, mons. Francesco Massara, ha pensato a lui per rilanciare il periodico, con un mandato “di emergenza”.

«Sono consapevole – scrive Cipolloni nel primo editoriale del nuovo numero – che i miei ottanta anni mi collocano nel mondo della rottamazione, ma per questo non ci amareggiamo, perché sappiamo che ogni auto in rottamazione ha sempre qualche pezzo buono di ricambio. Ho la tessera da pubblicista, che mi abilita a dirigere il settimanale. Ci sono dei giovani giornalisti che costituiscono il pool della redazione. Mi incoraggia anche l’evento centenario de “L’Appennino. [..] Nella disponibilità di tempo e nell’accogliere istanze, desideri e proposte, inizio questo servizio come “direttore di emergenza”. Ai colleghi giornalisti oso dire che voi lettori e lettrici siete le “grandi firme”, perchè noi raccontiamo la storia che voi scrivete con la vostra vita».

Don Decio ha trasmesso la sua passione per la scrittura e per il giornalismo anche ai suoi pronipoti, in particolare a chi scrive (nipote di una sorella, ndr), il quale sta raccogliendo con entusiasmo e orgoglio consigli e insegnamenti.

Giacomo Grasselli

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