Clima, anche la Russia inizia a svegliarsi?

Un rapporto preliminare del ministero dell’Ambiente russo evidenzia una serie di rischi connessi ai cambiamenti climatici e al surriscaldamento globale. I punti principali in sintesi.

ADV
image_pdfimage_print

Perfino la Russia, finora grande assente da qualsiasi dibattito internazionale sui cambiamenti climatici, sta iniziando a temere gli effetti del surriscaldamento terrestre, e a pensare a come combatterli?

Sembra di sì, secondo un corposo rapporto preliminare (circa 900 pagine) pubblicato di recente dal ministero russo dell’Ambiente e citato dal quotidiano The Moscow Times (qui il link all’articolo con i riferimenti al documento originale).

Mosca, tra l’altro, ha proposto nei mesi scorsi un programma nazionale per ridurre l’inquinamento atmosferico, tutelare gli ecosistemi (ad esempio con la riforestazione) e aumentare il riciclo-riuso dei materiali, anche se il budget previsto all’inizio dal presidente, Vladimir Putin, pari a circa 26 miliardi di dollari in sei anni, è stato tagliato del 17% nell’ultima versione del piano.

Tornando al nuovo rapporto, la sintesi giornalistica evidenzia alcuni dati e tendenze, tra cui l’aumento di morti dovute ai disastri naturali in Russia tra 2016 e 2017, la salita delle temperature medie nel paese, le concentrazioni record di gas-serra nell’aria, tanto che il ministero ammette di essere convinto al 95% che le attività umane abbiano contribuito al global warming osservato dalla metà del ventesimo secolo a oggi.

Ricordiamo, poi, che la Russia è responsabile del 4-5% delle emissioni globali di anidride carbonica dovute all’utilizzo di combustibili fossili, ed è il quarto paese più “sporco” al mondo, in termini di emissioni di CO2, dopo Cina, Stati Uniti e India.

Tra i pericoli maggiori individuati dal documento ministeriale, connessi ai cambiamenti climatici nelle diverse regioni dell’immenso territorio russo, troviamo, in particolare: ondate di calore, contaminazione delle risorse idriche, inondazioni, incendi forestali, scioglimento del permafrost che potrebbe rilasciare sostanze chimiche-radioattive dannose per l’uomo.

Così Mosca potrebbe assegnare al ministro dell’Ambiente, si legge alla fine dell’articolo, un ruolo sempre più centrale per lo sviluppo e il coordinamento delle politiche “salva clima” in Russia.

Vedremo, nei prossimi mesi, partendo magari dalla CoP24 di Katowice, in Polonia a dicembre, se davvero la Russia di Putin intenderà impegnarsi con obiettivi chiari e misurabili in ambito di economia “verde”.

ADV
×