Riace, Lucano: «Stiamo subendo una grave ingiustizia»

Il sindaco di Riace ha attuato da tre giorni uno sciopero della fame per protestare contro la decisione del Governo di non erogare i fondi per il mantenimento dello Sprar. Oliverio: «Salvini venga a Riace a verificare»

 

RIACE (RC) – “Ho adottato questa iniziativa limite perché stiamo subendo una grave ingiustizia. Vogliono penalizzare Riace. Siamo ad un punto di non ritorno”. Lo ha detto il sindaco di Riace Mimmo Lucano durante la conferenza stampa che il presidente della Regione Calabria Mario Oliverio ha tenuto nel borgo della Locride diventato negli anni modello di integrazione e che ha ispirato studi, film, ricerche e libri sulle tematiche dell’integrazione. Lucano, noto per l’impegno a favore dei migranti che nel 2016 gli é valso l’inserimento tra i “50 grandi del mondo” da parte della rivista americana “Fortune”, ha attuato da tre giorni uno sciopero della fame ad oltranza per protestare contro la decisione di non erogare i fondi per il mantenimento dello Sprar. “E’ una grave discriminazione – ha aggiunto Lucano – quella che si sta portando avanti ai nostri danni con la mancata corresponsione dei finanziamenti dovuti. Si vuole chiudere con questa esperienza. Bene: lo si dica a gennaio senza fare riferimento ad anomalie burocratiche. Non è possibile che io debba scoprire solo agli inizi di agosto, quando da mesi tanti operatori ma anche esercenti che hanno fornito i loro servizi attendono di essere pagati, che non siamo stati inseriti nella ripartizione dei finanziamenti. Fino a quando non saremo pagati, andrò avanti in questa forma di protesta”.

Oliverio: «Salvini venga a verificare il valore di questa esperienza»

“Il ministro dell’Interno Matteo Salvini venga qui a verificare “de visu” il valore di questa esperienza si renderà conto che non è da liquidare ma è un modello cui fare riferimento”. Lo ha detto il presidente della Regione Calabria Mario Oliverio a Riace dove ha tenuto una conferenza stampa assieme al sindaco Mimmo Lucano che da tre giorno ha attuato lo sciopero della fame contro la mancata erogazione, dal mese di settembre del 2016, delle risorse per il mantenimento dello Sprar. “L’esperienza di Riace – ha detto ancora Oliverio – non deve morire e nei confronti di questa realtà non ci può essere un atteggiamento burocratico da parte del Ministero per una valutazione che prima ancora di essere amministrativa deve andare alla sostanza. Gli aspetti amministrativi vanno affrontati ma non possono essere utilizzati per cancellare una esperienza di grande valore umanitario. Non vi può essere un atteggiamento dilatorio per motivazioni formali. Anche perché ci sono due ispezioni i cui contenuti sono in contraddizione gli uni con gli altri”

Prc: siamo con il sindaco Riace: salvaguardare il modello

“Mimmo Lucano, da tanti anni sindaco di Riace, ha iniziato uno sciopero della fame per impedire che il progetto di accoglienza diffusa di migranti, nel paese che amministra, venga interrotto. La questione non nasce col governo Salvini ma da quando dal Viminale si decise che, accampando irregolarità formali, i finanziamenti a quel progetto che va avanti ormai da tanti anni e che ha permesso al comune ionico, finora noto solo per i ‘bronzi’ di divenire simbolo di accoglienza e inclusione sociale, dovessero essere bloccati”. Lo affermano, in una dichiarano congiunta, Maurizio Acerbo e Stefano Galieni, segretario nazionale e responsabile Immigrazione di Rifondazione Comunista – Sinistra Europea. “Domenico (Mimmo) Lucano in questi anni – proseguono Acerbo e Galieni – ha commesso un solo errore, quello di anteporre i bisogni e le speranze delle persone accolte alle lungaggini burocratiche per cui i fondi arrivavano sempre con un anno di ritardo. Lucano non accetta che i 165 rifugiati e gli 80 operatori finiscano in mezzo ad una strada. Ha chiamato la sua protesta ‘Sciopero di giustizia’ e in questi giorni sono con lui, ad appoggiarlo la sindaca di Barcellona Ada Colau e padre Alex Zanotelli. Rifondazione Comunista sarà con loro. Mimmo Lucano, Riace, questa splendida esperienza, rappresentano non solo la parte più sana di questo paese, ma anche quella sinistra che non si piega e che agisce. Che l’accoglienza ben fatta continui a vivere e che i burocrati del Viminale, ieri sotto Minniti oggi sotto Salvini, se ne facciano una ragione”.

 

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