Giovedì 9 Maggio 2024
BRUNO VESPA
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Governo al bivio

Non ci fossero in gioco i nostri risparmi d’oggi e i debiti dei nostri figli domani, ci sarebbe da divertirsi. Populisti vs. Europa. In tribuna con i pop corn. In realtà, il ‘governo del Popolo’ duella con due avversari: l’Unione europea con le sue regole e i Mercati con le loro esigenze.

La prima è arcigna, lamentosa, ipocrita, ma alla fine assai meno pericolosa dei secondi. I Mercati non sono né buoni, né cattivi. Vivono di soldi, speculano dove si può, approfittano delle debolezze dei singoli paesi. L’Italia è debole da vent’anni. Tra l’estate e l’autunno del 2011 lo spread s’impennò di quasi 400 punti, Berlusconi aveva contro sia il capo dello Stato (Napolitano) che il suo ministro dell’Economia (Tremonti), era stato politicamente indebolito dalla scissione di Fini e aveva di fronte un parlamento per nulla disposto a fare i sacrifici imposti con la famosa lettera del 3 agosto da Draghi (Banca d’Italia) e Trichet (Banca centrale europea). Si aggiunga la dichiarata ostilità della Merkel che sentiva spesso Napolitano studiando il modo di mandare a casa il Cavaliere. E ci riuscì. Sette anni dopo lo scenario è del tutto diverso.

Nonostante la timidissima ripresina degli ultimi anni, il debito è passato da 1900 a 2300 miliardi, il suo rapporto con il Pil da 116 a 130. Al Quirinale siede un uomo che non ama questo governo, ma lo rispetta e soprattutto il gabinetto gode di un consenso enormemente superiore a tutti i precedenti. In nome della sua popolarità, il governo ha fatto l’inosabile: una manovra interamente in deficit prendendo a schiaffi le regole condivise con Bruxelles con trattati sfinenti fino alla frustrazione. Di Maio e Salvini (con l’assenso di Conte e la soffertissima complicità di Tria, che resta lì solo perché Mattarella glielo ha chiesto) stanno giocando una scommessa affascinante e mortale: innescare una crescita che sfondi di slancio il 2 per cento, ci metta in paro con i primi d’Europa, faccia esplodere il prodotto interno lordo e al tempo stesso discendere il rapporto con deficit e debito.

Se invece il governo si limiterà a distribuire soldi con il reddito di cittadinanza, ad abbassare le tasse e mandarci prima in pensione senza far partire senza indugio miliardi di investimenti, allora saranno guai seri.