Giovedì 25 Aprile 2024

Foggia, arrestato egiziano affiliato all'Isis. Insegnava ai bambini l'estremismo

Nell'operazione "Bad teacher" è finito in manette un egiziano di 58 anni, con cittadinanza italiana, vicino a Daesh. Due volte a settimana indottrinava i più giovani al martirio

Digos, un arresto (Dire)

Digos, un arresto (Dire)

Foggia, 27 marzo 2018  - Digos e Guardia di finanza, coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia, hanno compiuto un'operazione antiterrorismo a Foggia. Arrestato, con l'accusa di fare parte dell'Isis, il presidente dell'associazione culturale "Al Dawa", di origine egiziana, ma con cittadinanza italiana. Il 58enne, sposato con una donna italiana, è nel mirino dell'antiterrorismo perché sospettato di far parte di Daesh, per lui l'accusa di apologia di terrorismo aggravata dall'uso di mezzi informatici. 

Perquisizioni per la sede dell'associazione culturale di Foggia, la casa dell'uomo e un'altra abitazione. Il Gico ha sequestrato anche i conti correnti. L'operazione è stata denominata "Bad teacher".

L'uomo, Abdel Rahman Mohy Eldin Mostafa Omer, di 59 anni, teneva lezioni di religione ai bambini del centro culturale islamico. Alcune pubblicazioni internet e i riscontri investigativi lo incastrerebbero.

La sede di "Al Dawa" in via Zara a Foggia è utilizzata anche come moschea. L'ipotesi degli investigatori è che l'Imam ricevesse il denaro attraverso la cosiddetta "zakat", una specie di raccolta fondi tra i musulmani che frequentavano la moschea, e gestisse il denaro accumulato in maniera poco trasparente. Sia la sede che tre conti correnti, per un totale complessivo di 370mila euro, sono stati sequestrati questa mattina.

Secondo l'accusa l'egiziano avrebbe svolto attività di apologia al terrorismo sui social network. L'uomo avrebbe indottrinato anche i giovanissimi di seconda generazione, allo scopo di spingerli a simpatizzare e aderire all'Isis.

DUE LEZIONI A SETTIMANA DI JIHADISMO - Abdel Rahman due volte alla settimana teneva lezioni di religione nell'associazione culturale islamica "Al Dawa" con i bambini, e li indottrinava al martirio. L'uomo avrebbe insegnato a una decina di bambini, ora segnalati al Tribunale per i Minorenni, il concetto di guerra santa, spiegando loro che l'unico modo per ottenere il Paradiso era la morte in battaglia. Le intercettazioni effettuate per qualche mese confermano l'accusa.

"Vi invito a combattere i miscredenti, con le vostre spade tagliate le loro teste, con le vostre cinture esplosive fate saltare in aria le loro teste. Occorre rompere i crani dei miscredenti e bere il loro sangue per ottenere la vittoria", questo il tono e le parole dell'indagato ai giovanissimi studenti. In mano alla magistratura barese ci sono anche video e documenti, condivisi su Facebook, Whatsapp e Twitter dal 'maestro', che inneggiano alla jihad. Nei testi vengono riportate le istruzioni su come costruire armi, e di come sia "un obbligo distruggere le chiese e trasformarle in moschee". Gli inquirenti spiegano: "L'Italia era l'obiettivo dell'attività terroristica".