Lunedì 29 Aprile 2024

Migranti, la linea non cambia. Salvini: "Sani e salvi in Libia"

Il vicepremier: "La collaborazione funziona". Di Maio: "Dalla Libia ci aspettiamo i salvataggi in mare". Ma l'Unhcr: "Là non ci sono porti sicuri"

Luigi Di Maio e Matteo Salvini (Ansa)

Luigi Di Maio e Matteo Salvini (Ansa)

Roma, 21 gennaio 2019 - Migranti, la linea del Governo gialloverde non cambia, dopo le ultime notizie di stragi e salvataggi nel Mediterraneo. Il ministro dell'interno Matteo Salvini spiega che i migranti soccorsi sono "tutti sani e salvi", esibisce i dati del crollo degli arrivi e ripete la filosofia del "meno partenze meno morti", mentre il vicepremier a 5 stelle Luigi Di Maio prende a prestito le parole dell'amico Di Battista contro la Francia ("Portiamoli a Marsiglia"). Ma intanto si allarga la polemica: per l'inviato dell'Onu in Libia non ci sono porti sicuri, l'Unicef chiede di proteggere i bambini in mare, per Gino Strada la classe dirigente europea "dovrebbe essere processata per crimini contro l'umanità".

In tutto ciò s'innesta la rassicurazione dell'Oms: "Non è vero che i migranti trasmettono malattie".

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Salvini: "Gli scafisti devono capire che i loro affari sono finiti"

SALVINI - Tutti sani e salvi, e riportati indietro, i 393 immigrati recuperati dalla Guardia Costiera libica nella giornata di ieri, fa sapere il Viminale. In particolare, 143 sono stati riportati a Tripoli. 144 a Misurata, 106 ad al-Khoms. "La collaborazione funziona, gli scafisti, i trafficanti e i mafiosi devono capire che i loro affari sono finiti. Meno partenze, meno morti, la nostra linea non cambia", commenta il vicepremier leghista.

Ma ecco i dati aggiornati del Viminale: dal primo gennaio i migranti sbarcati in Italia sono 155, lo scorso anno, nello stesso periodo, erano 2.730. I migranti arrivati in Italia, secondo la nazionalità dichiarata al momento dello sbarco, segnala il Viminale, provengono prevalentemente dal Bangladesh, e dall'Iraq, rispettivamente 57 e 38; 31 dalla Tunisia, 13 dall'Iran e 9 dall'Egitto. Due migranti sono arrivati da ognuno dei seguenti paesi: Sudan, Russia, Pakistan. Un solo migrante è arrivato dal Gambia.

Di Maio: "Dalla Libia ci aspettiamo i salvataggi in mare"

DI MAIO: LI PORTIAMO A MARSIGLIA - "D'ora in poi quelli che vogliono sbarcare li portiamo a Marsiglia, chiederò a Ue sanzioni contro quei paesi che colonizzano l'Africa", dice invece a Rtl 102.5 Luigi Di Maio, puntando il dito contro la Francia di Macron. "Si parla solo degli effetti, dei morti in mare, ma la Ue ignora quello che la Francia fa in Africa - aggiunge - La Francia stampa il franco delle colonie con cui si fa finanziare parte del suo debito, per far stare gli africani in Africa basta che i francesi se ne stiano a a casa loro".  La stessa linea era stata indicata ieri da Alessandro di Battista ospite di Fabio Fazio a Che Tempo Che Fa su Rai1, con l'aggiunta: "Non saranno certo i porti chiusi o il muro di Trump a fermare queste migrazioni".  Quanto ai 100 migranti salvati ieri dalla Libia, Di Maio è netto: "Abbiamo richiamato la guardia costiera libica perché ci aspettiamo da loro i salvataggi in mare".

Fico: "Serve un piano europeo"

FICO - Interviene anche il presidente della Camera, duro e puro dei 5 stelle: "Per me il giorno dei 117 morti, con bambini di 3 mesi, è un giorno di lutto per il nostro Stato. Ogni volta che muore una persona nel Mediterraneo ci dobbiamo sentire tutti coinvolti", premette, ma poi spiega di "rigettare" le accuse per la chiusura dei porti rivolte all'Italia perché le responsabilità riguardano l'intera Europa.  Per Fico L'Unione europea deve avere "un nuovo progetto per il Mediterraneo. Va bene anche un piano di investimenti, che sia chiaro e trasparente, per l'Africa. Ma, nel frattempo, dobbiamo comprendere che ci sono persone in difficoltà che vanno salvate. L'Europa o decide di fare una politica estera comune, una politica nel Mediterraneo comune, oppure è destinata a fallire".

Oms: "I migranti non portano malattie"

L'OMS - In tutto ciò l'Organizzazione mondiale della sanità si occupa di sfatare una fake news circolante: Quello che 'i migranti portano le malattie' è un falso mito, mentre è forte il rischio che la loro salute peggiori una volta arrivati nei Paesi di destinazione a causa delle cattive condizioni in cui vivono. Altro falso mito è che siano sempre più numerosi, mentre nei 54 Paesi compresi nell'area dell' Oms-Europa sono appena il 10% della popolazione. È quanto evidenzia il primo rapporto dell'Oms sulla salute dei migranti e dei rifugiati in Europa presentato oggi a Ginevra.

L'Unhcr: Oggi non c`è alcun porto sicuro in Libia

L'INVIATO DELL'ONU - Di tutt'altro avviso Vincent Cochetel, inviato speciale dell'Unhcr per il Mediterraneo Centrale: "Il ritorno delle persone da acque internazionali verso la Libia è contro il diritto internazionale. Oggi non c`è alcun porto sicuro in Libia", sostiene. 

Intanto l'Unicef lancia l'allarme bambini: circa 400 bambini rifugiati e migranti - una media di 29 bambini al giorno - sono arrivati sulle coste di Grecia, Italia e Spagna solo durante le prime due settimane di gennaio, e sono stati 23mila nel 2018.

Open Arms: "I respingimenti sono vietati"

OPEN ARMS - "Ma quali soccorsi? I migranti che vengono riportati in Libia non sono stati soccorsi, questi sono dei veri e propri respingimenti che sono vietati per legge dalla Convenzione di Ginevra", reagisce Veronica Alfonsi, coordinatrice della sede italiana di Proactiva Open Arms. "L'Europa ha dato soldi alle milizie armate libiche per prendere persone a portarle indietro in Libia - prosegue - Finora nessuno si è posto il problema. Possiamo affidare a un Paese come la Libia il coordinamento dei soccorsi? L'europa liberale e democratica può permettersi di fare degli accordi con uno Stato come la libia e di dare dei soldi, di finanziarli? Di consegnare delle motovedette?". E attacca: "Ricordiamoci che le persone fuggono dai centri di detenzione della Libia, l'ultimo rapporto Onu ci racconta cosa accade in quei centri di detenzione. Noi lo sappiamo perché vediamo sui loro corpi quello che succede sui loro. Preferiscono gettarsi in acqua piuttosto che tornare in Libia".