Sabato 27 Aprile 2024

Migranti, dalla Ue 6mila euro per ogni profugo. Salvini: "Non accettiamo elemosina"

Il premier Conte: "Non è mai stata una questione di soldi"

Matteo Salvini (Ansa)

Matteo Salvini (Ansa)

Roma, 24 luglio 2018 - Seimila euro per ogni migrante? "Bruxelles può tenersi l'elemosina. Ogni richiedente asilo costa agli italiani tra i 40 e i 50 mila euro. Noi vogliamo chiudere i flussi in arrivo per smaltire l'arretrato di centinaia di migliaia di presenze. Non chiediamo soldi ma dignità e ce la stiamo riprendendo con le nostre mani". Così il ministro dell'Interno Matteo Salvini a margine della visita al sacrario dei vigili del fuoco a Roma ha commentato la proposta della Commissione europea per gestire lo sbarco dei migranti nel Vecchio Continente. Per dare attuazione alle conclusioni del Consiglio Ue del 28 e 29 giugno, Bruxelles ha infatti messo a punto una proposta che prevede, tra gli altri punti, di istituire "centri controllati" nei Paesi europei "su base volontaria" per migliorare le procedure di asilo e accelerare i rimpatri degli irregolari e un contributo di 6mila euro per ogni profugo accolto.

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Ma l'offerta viene bocciata dal ministro dell'Interno Matteo Salvini: "Se vogliono dare soldi a qualcun altro lo facciano, l’Italia non ha bisogno di elemosina", commenta. Dichiarazioni a cui dalla commissioni si limitano a rispondere: "Non commentiamo i commenti" di altri. Per il premier Giuseppe Conte "non è mai stata fatta una questione di soldi". Il presidente del Consiglio nel corso di una conferenza stampa a Palazzo Chigi. Ammette di non aver ancora "studiato" la proposta della Commissione europea ma sottolinea che "ci sono cose interessanti che vengono incontro a quello che avevo richiesto a Juncker e Tusk". "La solidarietà europea non ha un prezzo - ha continuato il premier -, non è una logica corretta ridurre tutto allo schema 'ce ne occupiamo noi- ci date soldi' o 'se ne occupa uno Stato singolo- si prende i soldi', con gli altri totalmente indifferenti a quello che succede".

LA PROPOSTA UE IN DETTAGLIO - Questi i punti principali che sarebbero contenuti nel documento della Commissione: 

1. CENTRI CONTROLLATI - Verranno creati alcuni "centri controllati" nei Paesi dell''Ue per migliorare il processo di distinzione tra migranti che hanno diritto alla protezione internazionale e migranti irregolari che non hanno invece diritto di rimanere nel Continente. I costi dei centri saranno coperti dal Bilancio dell'Unione europea.  2. PIATTAFORME DI SBARCO IN PAESI TERZI - Nella proposta anche la stipulazione di accordi regionali di sbarco con Paesi non europei, in particolare del Nord Africa, nei quali saranno istituite delle piattaforme dove verranno temporaneamente collocati i migranti salvati in mare. 3. INCENTIVI FINANZIARI - La Commissione provvederà, tramite copertura del Bilancio dell'Unione europea, a un finanziamento da sei mila euro per ogni migrante salvato, fino ad un massimo di 500 migranti. L'incentivo sarà destinato agli Stati che accetteranno i trasferimenti dei richiedenti asilo. 

NEL DETTAGLIO - I centri controllati, i cui costi sarebbero coperti dal Bilancio dell'Ue, dovranno essere gestiti dallo Stato membro ospitante con il sostegno dell'Unione europea e avranno una natura temporanea o "ad hoc" a seconda della località. Nei centri saranno dispiegate guardie di frontiera europee, esperti di asilo e agenti addetti ai rimpatri. L'elaborazione delle domande per determinare lo stato della persona dovrà essere "rapida, sicura ed efficace" - fa sapere la Commissione europea - per ridurre il rischio di movimenti secondari.  Delle piattaforme di sbarco invece dovrebbero parlare gli ambasciatori Ue in una riunione di domani, 25 luglio 2018, ma al momento non risulta che i Paesi individuati siano disponibili all'allestimento delle piattaforme. Diversi Paesi, quali il Marocco, la Libia, la Tunisia, si sono già detti contrari al progetto dell'Unione europea. L'obiettivo delle piattaforme, secondo Bruxelles, è contribuire a garantire una responsabilità regionale realmente condivisa nel rispondere alle complesse sfide migratorie, ridurre le morti in mare e garantire uno sbarco ordinato e prevedibile. "Non si tratterà - avverte Bruxelles - né di campi né di centri di detenzione, ma di aree gestite nel pieno rispetto del diritto internazionale e dei diritti umani".