Mercoledì 24 Aprile 2024

Trump: dazi su alluminio e acciaio. Europa e Cina minacciano ritorsioni

Juncker: tassiamo Harley e Levi's. Le Borse Ue bruciano 170 miliardi IL COMMENTO Uno stop tira l'altro - di G.TURANI

Donald Trump (Ansa)

Donald Trump (Ansa)

New York, 3 marzo 2018 - Donald Trump non ha ancora firmato il decreto che punirà le importazioni di alluminio e acciaio con dazi dal 10 al 25 per cento, ma ha promesso che lo farà la prossima settimana. Questa volta la decisione del presidente non è stata presa bene dalla Borsa che è in picchiata da 2 giorni e nemmeno da alleati e partner internazionali dell’America che si sono già messi a valutare le misure di rappresaglia. La dichiarazione unilaterale di "guerra commerciale" che il presidente Usa ha messo sul tappeto partendo da alluminio e acciaio, per mantenere uno dei pilastri delle sue promesse elettorali, sta scatenando le contromisure di Pechino, ma anche della Ue, che mercoledì si riunirà per valutare le contromosse.

IL COMMENTO Uno stop tira l'altro - di G.TURANI

Non solo le Borse europee (bruciati 170 miliardi in un giorno) e Wall Street, ma soprattutto quelle asiatiche da Tokyo a Seul hanno reagito negativamente all’indicazione di Trump con la Corea del Sud che si è già dichiarata profondamente contraria. Anche se all’interno della Casa Bianca si scontrano due scuole di pensiero, una a favore sostenuta dal ministro del commercio Ross (che è andato in Tv con una lattina di Coca Cola sostenendo che l’alluminio per fabbricarla non inciderà sul prezzo al consumo) e una profondamente contraria all’idea del presidente guidata dal capo dei consiglieri economici Gary Cohn pronto ad andarsene, Trump rilancia il suo annuncio dicendo: "Dobbiamo proteggere il nostro Paese e i nostri lavoratori. La nostra industria dell’acciaio è in cattive condizioni. Se non hai acciaio non hai un Paese".

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Nonostante il "tutti contro Trump", lui non demorde: "Quando uno stato mette dazi sui nostri prodotti in arrivo diciamo al 50% e lo stesso prodotto in entrata da noi è tassato zero, non è corretto né intelligente. Abbiamo 800 miliardi di deficit commerciale e non è tollerabile. Quando un Paese perde molti miliardi di dollari nel commercio, le ‘guerre’ sono giuste e facili da vincere. Per esempio quando siamo sotto i 100 miliardi di dollari con una certa nazione e loro fanno i furbi, non facciamo più affari con loro e vinceremo alla grande. È facile". Per Bruxelles la reazione è di immediata "deplorazione" e il portavoce del commissario Juncker dichiara: "Non restiamo inattivi mentre vengono minacciate le industrie europee e il lavoro. La Ue sta preparando dazi sull’importazione di prodotti Usa come Harley-Davidson, Bourbon, Levi’s".

Gli economisti Usa, quasi all’unanimità, se i dazi trumpiani andranno in porto prefigurano un generalizzato aumento dei prezzi che danneggerà i consumatori. Al telefono con Trump, ieri sia Merkel che Macron dopo aver parlato soprattutto di Siria e dei missili invisibili di Putin, hanno espresso tutta la loro contrarietà e preoccupazione al presidente Usa. Da Pechino e Mosca c’è un forte invito alla "moderazione". Il capo della delegazione economica cinese Liu He, braccio destro del presidente Xi, ha messo in guardia Trump contro ogni azione unilaterale. In serata, si è fatto sentire anche il premier Paolo Gentiloni: "Attenti, un italiano che vuole dazi, lavora per lo straniero".

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