Domenica 5 Maggio 2024

Emil Nolde, il pittore 'degenerato' era nazista

Il caso imbarazza Berlino. La Merkel si libera dei quadri

Emil Nolde, “Autoritratto” (1917)

Emil Nolde, “Autoritratto” (1917)

Belino, 28 maggio 2019 - Il quadro, un’onda blu e verde con sullo sfondo una nuvola rosso fuoco, fino a poche settimane fa si trovava nello studio di Angela Merkel alla Cancelleria. Ora si può ammirare all’Hamburger Bahnhof di Berlino nella mostra dedicata a Emil Nolde (fino al 15 settembre). Ma non è un prestito. Frau Merkel non lo vuole indietro, e neanche un secondo quadro del pittore espressionista che era appeso sopra il suo divano, e inviato alla mostra. Era stata lei a scegliere i due dipinti nel deposito della Preissische Kultur Besitz, ma ingnorava che l’artista fosse un fanatico ammiratore di Adolf Hitler.

È una storia pardossale. In una foto si vede Joseph Goebbels, il ministro della propaganda nazista, visitare nel 1937 a Monaco la mostra della Entartete Kunst, l’arte degenerata, condannata dal regime come antiariana e antitedesca. E alle spalle del ministro si intravedono due grandi tele di Nolde, pittore detestato da Hitler, come si sa artista mancato, che considerava le sue tele e gli acquarelli come schizzi di un bambino demente. Così, dopo la fine del III Reich, Nolde poté accreditarsi come una vittima del regime. Ma in realtà era un fanatico ammiratore del Führer, cui inviò decine di lettere e di suppliche. Non basta, Nolde era antisemita, e detestava i critici e i galleristi ebrei che, secondo lui, lo boicottavano. Ed arrivò a denunciare il pittore Max Pechstein come ebreo. E propose un suo piano al Führer per eliminare tutti gli ebrei dall’Europa. Hitler non gli rispose mai.

Si chiamava in realtà Emil Hansen, era nato in una famiglia di contadini a Nolde, da cui prese il nome d’arte, nel 1867, nello Schleswig Holstein, la regione danese che proprio in quell’anno fu conquistata dalla Prussia. Nolde a vent’anni si trasferì a Monaco per studiare arte ma fu respinto dagli ambienti accademici, che lui giudicava dominati dagli ebrei. Nella Germania del dopoguerra, alla ricerca di personaggi che si fossero opposti al nazismo, si chiusero gli occhi, e si cercò di dimenticare il suo passato, per la verità ignorato da molti.

Nel 1968 uscì il romanzo Deutschstunde, lezione di tedesco, di Siegfried Lenz ispirato alla figura di Nolde, un pittore a cui il regime vieta di dipingere. Divenne un bestseller mondiale, in italiano fu tradotto nel ’73 da Einaudi, e ora è ripresentato da Neri Pozza. In effetti, i paesaggi di Nolde, i suoi acquarelli e pastelli di fiori, erano molto amati durante il III Reich, e comprati a caro prezzo anche da nazisti, come Hermann Göring, che non condividevano i gusti del Führer. Ma nel ’41 il regime gli vietò di esporre e di vendere i suoi quadri. Eppure Nolde, scomparso nel 1956, era stato un seguace di Hitler fin dai primi tempi. Dopo, nella sua autobiografia 'dimenticò' il passato scomodo, e la sua fondazione ha ripulito o occultato i circaventicinquemila documenti compromettenti. Solo a partire dal 2013 gli storici dell’arte hanno cominciato a denunciare il passato di Nolde. Ora si arriva a chiedere di togliere tutte le sue opere dai musei statali. Mentre in Italia si continuano a esporre i quadri di artisti compromessi con il fascismo, come Sironi, in Germania non si fa distinzione tra l’artista e le sue opere, a volte valide, si è più radicali, ed è vietato esporre i Nazikünstler.

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