Lunedì 29 Aprile 2024

Berlusconi avvisa Salvini: rischia grosso

Per il Cav il governo con i grillini è dannoso. "I suoi elettori gliene chiederanno conto". E ancora: "Dopo le Europee la maggioranza crollerà e il centrodestra potrà risorgere"

Berlusconi e Salvini il 4  marzo 2018 (Ansa)

Berlusconi e Salvini il 4 marzo 2018 (Ansa)

Roma, 7 marzo 2019 - Presidente Berlusconi, la maggioranza sta cercando disperatamente una soluzione per chiudere lo scontro sulla Tav: è possibile un compromesso? "Tutte le ipotesi di cui si è parlato riguardo alla Tav mi sembrano una grande sciocchezza e una presa in giro degli italiani. La Tav va realizzata così come è, senza ulteriori perdite di tempo perché è utile al nostro Paese, perché ci siamo impegnati a farlo firmando un trattato internazionale, perché è prevista da una legge del Parlamento italiano. La Tav si deve fare senza se e senza ma. Per questo, vogliamo che lunedì si sblocchino i bandi e subito dopo riaprano i cantieri". 

La crescita di Forza Italia registrata dai sondaggi dipende da queste divisioni nel governo o dal suo ritorno in campo? "Sono probabili entrambe le cose. I continui fallimenti di questo governo stanno facendo cambiare rotta a quegli elettori che avevano scelto o di stare a casa oppure, andando a votare, di votare i 5Stelle che si presentavano come un movimento nuovo. Per quanto mi riguarda invece io ho sentito il dovere morale di stare ancora in campo per salvare l’Italia da un pericolo più grave di quello del ’94, perché questi grillini che si dichiarano ‘veri comunisti’, comunisti ‘da strada’ e non comunisti ‘da salotto’, come loro definiscono i protagonisti del Partito Democratico, sono ancora più pericolosi dei comunisti di allora. Aggiungono all’ideologia comunista un dilettantismo assoluto. I quadri del Pci erano passati tutti dalla scuola delle Frattocchie che era una cosa molto seria, sapevano cos’è l’amministrazione pubblica. Questi invece vengono dal nulla, non hanno mai studiato né lavorato e non hanno alcuna esperienza dell’amministrazione pubblica. Per questo sono dei veri ‘buoni a nulla ma capaci di tutto’". 

È conscio del rischio che corre candidandosi alle Europee?  "Come ho detto, io sento dentro di me il dovere morale e civile di fare tutto il possibile per salvare il mio Paese da questo disastro. Ora che sono tornato candidabile, voglio battermi per questo".

Il Pd che esce dalle primarie è una controparte possibile?  "Mi sono congratulato con Zingaretti per il suo successo e gli ho augurato buon lavoro, ma ribadisco che noi e il Pd siamo e rimarremo radicalmente alternativi".

Malgrado l’accordo con M5S, aumentano i consensi della Lega: la strada del governo appare ancora vantaggiosa per Salvini. "Quello che è certo è che questa strada non è vantaggiosa per gli italiani, e gli elettori della Lega, prima o poi, arriveranno a chiederne conto anche a Salvini".

Vi siete sentiti in questi giorni? "Ci siamo sentiti al telefono, ma abbiamo parlato soltanto di argomenti riguardanti le elezioni regionali".

In Piemonte ci sarà un candidato governatore vostro o, come qualcuno ipotizza, sarà della Lega e a FI toccherà l’Emilia? "Non è così. Per quanto riguarda l’Emilia-Romagna, come è successo in tutte le Regioni che sono andate al voto, sceglieremo insieme il candidato che ci apparirà il migliore per vincere e poi per governare. Per quanto riguarda il Piemonte abbiamo già identificato con gli alleati queste caratteristiche in un esponente di Forza Italia. Non vedo perché questa valutazione dovrebbe cambiare. Gli elettori in Sardegna, come in Abruzzo, non hanno dato il mandato di governare la regione alla Lega, ma al centrodestra. Da sola la Lega non avrebbe vinto né vincerebbe in futuro. Del resto: da solo non esiste né il centrodestra di Salvini né quello di Berlusconi".

La Francia di Macron è stata individuata come bersaglio dai sovranisti: il Presidente francese sarà un suo interlocutore dopo il 26 maggio? "Macron è il Presidente democraticamente eletto di un grande Paese amico. È normale che sia per noi un interlocutore necessario e uno dei più importanti, se davvero vogliamo cambiare l’Europa. Le guerre dei bottoni come quella con Parigi scatenata dalle improvvide iniziative dei grillini non servono a nulla: l’interesse italiano è di impedire che la governance dell’Unione venga riformata e eterodiretta dall’asse Francia-Germania con l’Italia fuori dai giochi. Anche per questo Forza Italia punta a essere determinante, contribuendo al successo del Ppe per cambiare l’Europa". 

Una parte del Ppe vuole cacciare Orbàn: è d’accordo? "Credo che il Ppe debba impegnarsi per aggregare in modo sempre più forte tutte le forze democratiche alternative alla sinistra. Non il contrario".

Ma lei che cosa pensa di poter fare in concreto in Europa?  "Penso, spero, di poter essere utile dentro il Ppe, che è il partito di maggioranza relativa in Europa, per individuare e far adottare una politica di cambiamento dell’attuale Unione per ritornare al sogno dei padri fondatori che volevano una Europa davvero unita con una politica economica, fiscale, estera e militare comune. Solo tornando a questo progetto e mettendo insieme le forze militari di tutti gli Stati europei, l’Europa potrà assurgere a potenza mondiale e sedersi allo stesso tavolo delle altre potenze, là dove si decidono i destini dei popoli del mondo. Solo unito l’Occidente potrà resistere al progetto egemonico messo in campo dalla Cina, un progetto che va al di là della guerra commerciale con gli Stati Uniti e mira a far prevalere nel mondo del futuro la sua filosofia politica totalitaria e il suo potere assoluto". È ancora convinto che dopo le Europee la maggioranza si sgretolerà e si potrà dare vita a un governo di centrodestra con i nuovi responsabili? "Sì, e sono anche convinto che ogni voto in più a Forza Italia avvicinerà questo momento. Alle prossime Europee un voto a noi sarà un voto per tornare anche a livello nazionale a un governo di centrodestra con piena dignità, equilibrio e rispetto di tutte le sue componenti".  E se una eventuale crisi non finisse così? Presidente, Forza Italia è pronta a tornare a votare? "Noi siamo prontissimi. Anche domani mattina".