Lunedì 29 Aprile 2024

Casini: "Ora un nuovo centro alleato con il Pd"

La ricetta per battere la Lega: "Nella coalizione anche i delusi da Forza Italia e dal renzismo"

Pier Ferdinando Casini (Foto LaPresse)

Pier Ferdinando Casini (Foto LaPresse)

Bologna, 30 maggio 2019 - Esiste al centro uno spazio enorme (da riempire) e i 5 Stelle rischiano grosso (ma non bisogna infierire sugli sconfitti). Pier Ferdinando Casini, 63 anni, bolognese senza se e senza ma, ha dedicato la sua vita alla politica. Ora siede a Palazzo Madama, in passato è stato il numero uno della Camera dei deputati e molto altro. "Prima di discutere degli sconfitti, permettetemi un’osservazione. Queste elezioni europee dimostrano che lo spazio da conquistare al centro è largo e ampio. Se il Pd vuol tornare davvero protagonista, per contrastare la Lega, non ha che una via: realizzare una coalizione che convinca i moderati, i delusi da Forza Italia e quel 15-20 per cento in più che aveva votato Renzi cinque anni fa. A noi spetta il compito di organizzare una forza politica che va messa in campo senza autorizzazione preventiva di Zingaretti e che si allei col Pd e sia caratterizzata da una pluralità di soggetti".

Intanto, la politica italiana s’è persa i 5 Stelle...

"Non è mio costume infierire sugli sconfitti, fossi in loro non starei tranquillo. Perdere, nel giro di un anno, un voto su due è grave".

Ma sono finiti o no?

"Certo è che si sono infilati in un vicolo cieco o, comunque, in una via molto stretta".

Da cui è difficile uscire...

"Difficilissimo. Che fanno? Alzano i toni con il leader della Lega Matteo Salvini? Improbabile. Vanno a elezioni anticipate? Non è possibile perché dal 17 di domenica potrebbero crollare al 10".

La sua ricetta se fosse grillino quale sarebbe?

(risata). "Eventualità remota... A parte le battute, credo dovrebbero seguire un antico insegnamento del democristiano Emilio Colombo: calma, calma, calma. Dovrebbero prendere fiato perché per loro si annunciano tempi grami".

Ma più attenzione alla formazione della classe dirigente?

"Certo, anche se la questione non riguarda solo loro. Sia chiaro: non è che siano incapaci. Hanno molte ragazze e ragazzi bravi, ma di poca esperienza. Se la stanno facendo ora sul campo".

Il che spiega la catastrofe?

"No. I pentastellati hanno pensato di governare il Paese riempiendo il vuoto con un’incredibile arroganza. Come posseduti da un delirio di onnipotenza che ha portato scarsi risultati, direi".

In Sicilia, uno dei loro granai...

"La fermo subito. I granai non esistono più. Ora è tutt’altra storia. Basti guardare a che cosa è successo nella nostra Emilia-Romagna, con la Lega che diventa il primo partito".

E conta in Europa. Parecchio.

"La Lega non conta in Europa e si gioca una partita davvero difficile. In fondo, popolari e socialisti, le grandi famiglie europeiste, potranno ancora governare. Tanto è vero che il Carroccio chiede alleanze al Ppe, sa da soli i sovranisti non ce la faranno mai".

E il Pd?

"Rischia grosso se pensa di accontentarsi del recupero di chi aveva votato D’Alema e Bersani. Devono guardare al centro, altro che ‘operazione identitaria’ come sento dire... Proprio il contrario".

Zingaretti: pronti alle elezioni.

"Per far che? Per perdere e cambiare i gruppi parlamentari da ‘renziani’ ad ‘antirenziani’? Per restare a vita all’opposizione?".