Lunedì 6 Maggio 2024
ROSALBA CARBUTTI, INVIATA A VERONA
Politica

Congresso della famiglia, Salvini a Verona. E' scontro nel governo

Di Maio: "Summit delle famiglie? Fanatici e sfigati". Il leghista: orgoglioso di esserlo

Matteo Salvini con la maglietta dei pro-Vita (Ansa)

Matteo Salvini con la maglietta dei pro-Vita (Ansa)

Verona, 31 marzo 2019 - Il Forum di Verona non spacca solo piazza Bra, dove si tiene il Congresso mondiale della famiglia, ma anche il governo. Dentro il palazzo della Gran Guardia non si arretra di un millimetro dal no all’aborto, critiche durissime alla 194 e anche una provocazione che fa sorridere su più tasse ai single per aumentare i matrimoni. In una città blindatissima, tra polizia antisommossa, manifestanti da tutta Italia arrivati per partecipare al corteo delle femministe di Non una di meno, si sono fronteggiate diverse idee di famiglia e vari popoli. Nel palazzo della Gran Guardia sfila il fronte leghista-sovranista con Matteo Salvini, i ministri della Famiglia e dell’Istruzione, Fontana e Bussetti, e Giorgia Meloni, leader di Fratelli d’Italia. In piazza i ventimila (100mila per gli organizzatori) che inneggiano all’amore e alle famiglie arcobaleno.    In mezzo il flash mob di +Europa e la proposta referendaria di Forza Nuova per abrogare la 194 prima del gran finale oggi del summit con la marcia delle famiglie. Nell’attesa, da Roma, i grillini e Luigi Di Maio bollano i partecipanti all’evento come "sfigati e fanatici", dando il la per l’ennesimo scontro. Salvini arriva verso le 16 nella città scaligera, sfila in piazza, prendendosi qualche insulto di qualche transfugo del maxi-corteo, ma soprattutto ovazioni da fan e partecipanti al convegno. "Matteo sei uno di noi", gridano dal palazzo del forum, mentre giù dagli scaloni c’è chi contesta cantando Bella ciao

Il ministro dell’Interno non mostra imbarazzi, anche se dal suo staff sottolineano che mai gadget come il feto di gomma verranno maneggiati dal Carroccio. Per andare sul sicuro, cita papa Francesco che ieri, riferendosi al summit di Verona, parlava di "contenuti condivisibili, ma non nel metodo". Per il resto, sul palco e nella successiva conferenza stampa difende "mamma e papà", indossa la maglietta dei Pro-vita con la famiglia stilizzata, cita Orwell ("Non accetto che venga considerato uno psicoreato parlare di famiglia") e si definisce orgoglioso di essere sfigato, rispondendo piccato a Di Maio. 

Poi la butta sul concreto: lancia la proposta di una commissione d’inchiesta sulle case famiglia ("In certi casi sono business e c’è sospetta contiguità con la giustizia"), asili nido gratis, scuole paritarie e tiene un capitolo del copione sulle adozioni, visto che troppe famiglie composte da mamma e papà sono in attesa. Da qui, la polemica col sottosegretario Vincenzo Spadafora che, ieri, aveva dato il suo appoggio alla manifestazione per i diritti Lgbt del 17 maggio. E, qui, sempre a distanza si sfiora la rissa. Tant’è che il premier Giuseppe Conte (con nota di Palazzo Chigi) dà l’assist a Di Maio bacchettando il ‘Capitano’: "Studi prima di parlare, la delega alle adozioni è di Fontana".   Il ministro leghista della Famiglia, che più volte ha imbarazzato lo stato maggiore della Lega, replica di aver rimesso la delega, ma ormai c’è l’ennesima frattura. In ambienti del Carroccio minimizzano ("Tutto normale sui temi etici abbiamo posizioni distinte") ma di certo le divisioni si fanno ogni giorno più pesanti. Dà in qualche modo conferma lo stesso Fontana con una battuta: "L’alleanza coi 5 Stelle? In nove mesi ho raggiunto Quota 100". Tra gli applausi della platea i big leghisti, si congedano, non senza un saluto particolare. Si tratta di Katalin Novak, ministra della Famiglia ungherese, che porta un messaggio del premier Orbán. I congressisti approvano, applaudono, inneggiano al ‘Capitano’. Dal palco tentano di smorzare le critiche, inneggiando alla famiglia che "non ha colore". Vedendo la giornata di oggi, i colori si sprecano.