Roma, 8 ottobre 2018 - Ventata di gioventù al congresso del Pd: a sfidare i 'big' del partito - Nicola Zingaretti, Francesco Boccia e Matteo Richetti, cui potrebbe aggiungersi Cesare Damiano - spunta ora un candidato 30enne, con l'aria di voler 'rottamare' - se il termine non fosse un po' abusato - la vecchia dirigenza sconfitta alle ultime elezioni. Il nuovo che avanza si chiama Dario Corallo, è un 30enne romano laureato in filosofia e cresciuto a pane e politica.
Primarie Pd, la data di Martina: 27 gennaio
Il suo programma? In sostanza è appunto una rottamazione 2.0: "La delusione e il senso di nausea dell'attuale classe dirigente del Pd è in grado di ricomporre un popolo", ragiona. Su Facebook scrive: "Mi candido alle primarie del PD. Lo faccio per una serie di motivi abbastanza semplici e, allo stesso tempo, cruciali. Sono 6 mesi che aspettiamo che qualcuno si renda conto che abbiamo preso il 18%. È inutile dire 'abbiamo capito' (il riferimento è a Martina, ndr.) se poi ci prepariamo a celebrare congressi con gli stessi che hanno distrutto tutto. Prima di qualsiasi proposta e di qualsiasi slancio occorre dirci con chiarezza che è necessario un azzeramento di ciò che il Pd è stato fino a oggi".
E spiega: "Basta con un partito forte con i deboli e debole con i forti. Basta con la cooptazione clientelare della classe dirigente. Basta con i notabili che con il controllo di pacchetti di tessere preservano la loro posizione indipendentemente da chi svolge il ruolo di Segretario Nazionale. La rottamazione non c'è stata: è tempo, per noi Democratici di una vera Rivoluzione". Nel lungo post, Corallo mette sotto accusa non solo le scelte dei governi Renzi-Gentiloni, ma anche quelle prese quando Bersani era segretario, come l'inserimento in Costituzione del pareggio di Bilancio, o l'abolizione del finanziamento pubblico ai partiti. "Il finanziamento pubblico esiste in tutto il mondo, tranne in Italia, in alcuni Paesi africani e asiatici, è uno dei principi cardine della democrazia: quando ai campeggi dei giovani dell'Internazionale socialista ho spiegato che non l'aveva abrogato Berlusconi ma il centrosinistra, non ci volevano credere".
Quanto alla biografia del candidato, al telefono spiega: "Sono militante da sempre, figlio di militanti, sono cresciuto tra sezioni e Feste dell'Unità; ho avuto la tessera dei Ds l'ultimo anno che ci sono stati e poi ho avuto sempre quella del Pd". Fino a pochi mesi fa ha lavorato nell'Ufficio stampa del Ministero delle politiche agricole, con Maurizio Martina, che giudica "un bravo compagno che però non è stato in grado di imporsi".
"Noi siamo un gruppo di persone - ha scritto ancora su Facebook - pronte a candidarsi perché crediamo ancora nelle ragioni fondative di questo Partito. Per farlo dobbiamo liberarci dei dirigenti nazionali che lo hanno tenuto in ostaggio in questo decennio e di quelli intermedi che hanno obbedito a tutto con toni entusiastici in una sindrome di Stoccolma". "Il Pd in sé - aggiunge Corallo al telefono - è una promessa mai mantenuta: avrebbe dovuto essere il luogo di coinvolgimento delle masse popolari e invece è diventato il luogo dell'esclusione".