Lunedì 6 Maggio 2024

Decreto dignità, Zoppas: "La Lega fermi Di Maio"

L'allarme del presidente di Confindustria Veneto: "Con il decreto dignità tante aziende sono a rischio. Saremo obbligati a non rinnovare contratti"

Matteo Zoppas (Ansa)

Matteo Zoppas (Ansa)

Roma, 1 agosto 2018 - Il Nord-Est è sul piede di guerra. A guidare la truppa degli scontenti è il presidente di Confindustria Veneto, Matteo Zoppas. Lui gli imprenditori li rappresenta e sa che "il decreto dignità avrà un impatto devastante sulle imprese".

Decreto dignità, cosa prevede: giro di vite su contratti a termine

Tutta colpa del governo?

"Diciamo del ministro del Movimento 5 Stelle. Con la Lega stiamo dialogando".

Voi, imprenditori del Nord produttivo, vi sentite traditi da Salvini e dal Carroccio che in Veneto ha da sempre moltissimi consensi?

"Qualche nostra richiesta è stata recepita, come i voucher, ma è ancora poco. Troppo poco. Come si fa a pensare di usare i buoni lavoro solo per aziende del turismo con meno di dieci dipendenti?".

Insomma, quello che sta facendo la Lega non basta?

"No. Chiediamo di più, vogliamo un assalto al decreto adesso che è arrivato in Aula. In sintesi: la Lega deve fare uno sforzo maggiore".

Sforzo che non avete visto?

"So che il Carroccio non ci abbandonerà anche perché non sono poche le personalità venete del partito che hanno espresso perplessità nei confronti del decreto".

Il governatore del Veneto Luca Zaia è uno di questi.

"L’ho incontrato proprio oggi e mi ha rassicurato che le nostre istanze arriveranno a Roma".

Quali sono i punti del decreto Dignità che vorreste cambiare?

"È un decreto che nemmeno dovrebbe esistere. Alcune aziende ad oggi si sono messe in attesa prima di fare assunzioni. Avete visto che cos’è successo alla Nestlè? Ma ce ne sono anche altre di aziende che stanno prendendo questa posizione. Il decreto Dignità rende talmente poco flessibile il mercato del lavoro che ci obbligherà a sacrificare parecchie opportunità di business, portando a non rinnovare contratti per via della stretta voluta da Di Maio".

La ripresa, però, vi ha dato una boccata di ossigeno?

"Non dimentichiamo un aspetto fondamentale: se c’è un po’ di ripresa non riguarda tutte le aziende. Anzi. Le piccole e medie imprese con tutti questi paletti rischiano di chiudere. E proprio per questo noi imprenditori non possiamo vivere ingessati, perché il mercato non è sempre costante".

L’Inps stima che ogni anno si perderebbero 8mila posti di lavoro a causa delle nuove regole sui contratti a termine. Crede sia verosimile?

"Non abbiamo ancora fatto delle stime precise, ma non escludo che i numeri potrebbero essere anche più drammatici. Anche perché se le aziende in crisi tirano giù la saracinesca, quanti disoccupati in più avremo?".

I difensori del decreto Dignità sostengono che aiuti l’occupazione a discapito del precariato. Lei che cosa ne pensa?

"Noi imprenditori vogliamo solo essere più competitivi e investire di più nelle nostre aziende. Soltanto così possono aumentare i posti di lavoro. Non dimentichiamoci che il Veneto ha il 95 per cento di piccoli e medi imprenditori che stanno soffrendo e ciò nonostante quando hanno avuto un piccolo margine lo hanno sempre re-investito nella loro azienda. Con questo irrigidimento delle regole, invece, ogni anno rischiano di avvicinarsi al precipizio..." 

Le imprese, insomma, che cosa chiedono?

"Se vuoi proteggere il lavoro non puoi penalizzare le imprese, ma metterle al centro dell’attenzione".